mercoledì 12 luglio 2017

Il Fatto 12.7.17
Landini va in Cgil: si apre la partita del dopo Camusso
Il leader dei metalmeccanici entra nella segreteria nazionale (non accadeva dal 1991) dopo il parziale disgelo con la leader del sindacato. Lui guarda al 2018, ma (per ora) con poche chance
di Carlo Di Foggia

La mossa è destinata ad aprire nuove prospettive nel più importante sindacato italiano: Maurizio Landini entra nella Segreteria confederale della Cgil. Il segretario generale dei metalmeccanici della Fiom verrà eletto oggi, dopo che ieri è arrivata l’indicazione della leader Cgil Susanna Camusso davanti a oltre 330 delegati nazionali. L’esito è scontato, ma non sarà un plebiscito.
È da piùdi 20 anni che un leader Fiom non entra direttamente nella segreteria nazionale del sindacato di Corso d’Italia. L’ultima volta accadde nel 1991 ad Angelo Airoldi, con la Cgil guidata da uno storico ex leader delle tute blu come Bruno Trentin. Landini, eletto segretario generale nel 2010, accarezza l’idea di seguire l’iter dello storico sindacalista, ma la strada è in salita. A novembre 2018 scade il mandato della Camusso, che per statuto non può più ricandidarsi. A fine anno si aprirà la stagione che porterà al congresso e all’assemblea generale che eleggerà il successore. L’ingresso nella segreteria nazionale – che si allarga da 9 a 10 membri – corona una fase distensiva con la Camusso iniziata un anno e mezzo fa e culminata nella campagna referendaria su voucher, articolo 18 e appalti. I dissidi hanno tenuto banco per anni. Uno scontro inaspritosi durante i primi tempi del Governo Renzi – a cui Landini guardava con un iniziale interesse – e la firma dell’accordo sulla rappresentanza sindacale, dove le visioni erano agli antipodi. Era il 2014, ma anche prima – anche per la vicenda Fiat – i rapporti erano tesi. Il dialogo sembra essersi riaperto anche dopo il fallimento della “coalizione sociale”, il progetto a cui lavorava il leader Fiom.
Da allora Landini si è sottratto alla scena mediatica e ha compiuto anche l’ultimo miglio per avvicinarsi alla Cgil: ha firmato a novembre il contratto dei metalmeccanici, dopo due rinnovi separati. La firma insieme a Fim Cisl e Uilm è arrivata dopo una lunga trattativa, ma il risultato è stato contestato dall’ala più a sinistra della federazione che lo ha giudicato un cedimento (su aumenti, orari e welfare integrativo) alle idee difese in passato.
Se non ci saranno grandi stravolgimenti nella finestra che si aprirà nei prossimi mesi, Landini ha poche chance di succedere a Camusso. Entra in segreteria con l’appoggio di alcune minoranze e il lasciapassare del gruppo dirigente, che in buona parte lo osteggia. Per questo dovrà ricucire i rapporti con l’apparato e creare le condizioni per una candidatura, magari al prossimo giro. A oggi è probabile l’appoggio a uno dei due nomi che ricorrono di più per il dopo Camusso: Vincenzo Colla, segretario confederale e già leader della Cgil dell’Emilia Romagna che ha guidato l’ala più a sinistra del sindacato che ha fatto da ponte con la Fiom. L’altro candidato è Serena Sorrentino, fedelissima di Camusso e a capo degli statali della Cgil.
Landini lascia la Fiom con qualche mese di anticipo sulla scadenza del mandato. Venerdì si eleggerà il successore. Il risultato è scontato: sarà Francesca Re David, segretario generale della Fiom-Cgil Roma e Lazio, la prima donna alla guida dei metalmeccanici.