mercoledì 12 luglio 2017

Il Fatto 12.7.17
Pisapia, la politica è solo domande
Centrosinistra - Il programma di Campo Progressista è una lista di punti interrogativi
Pisapia, la politica è solo domande
di Luisella Costamagna

Che centrosinistra ha in mente Giuliano Pisapia con il suo Campo progressista? “Senza dimenticare il passato, ma radicalmente innovativo”. Ok, come? Per capirlo sono andata sul sito web. Primo progetto: “Le Officine delle Idee”, “luoghi territoriali” per “raccogliere idee e proposte per il fondamento di un nuovo, inedito, centrosinistra”.
Ottimo – penso incuriosita – vediamole queste idee, “nuove e inedite”, con cui l’ex sindaco di Milano vuole rivoluzionare l’Ulivo. Chissà quante proposte, chiare e stringenti, visto che il destrorso Pd renziano ha lasciato una prateria alla sinistra e lui proviene proprio da lì – Dp, Rc, Sel – con in più l’esperienza amministrativa. Scorro quindi famelica i “10 Macrotemi delle Officine delle Idee”, sicura di trovare lumi. Ma, anziché la luce delle certezze, trovo la nebbia del dubbio: tutti gli argomenti sono organizzati in domande, tra tutto e il contrario di tutto. L’opposto di ciò che cercano gli elettori di sinistra: frastornati e delusi, vorrebbero risposte non interrogativi. E che interrogativi!
Prendiamo il primo tema: Ambiente. Dopo energie rinnovabili e decarbonizzazione, si chiede: “Come si può creare un modello di mobilità sostenibile, dove bici e trasporti pubblici abbiano la priorità sulla cementificazione del modello automobilistico?”. Ok ridurre le auto, ma che c’entra il cemento? S’immagina un futuro in bici e bus su sterrate? Pure la battaglia “di sinistra” sull’acqua pubblica viene messa in discussione: “Ha senso preservare l’acqua pubblica come un diritto per i cittadini, garantendo acqua di qualità?”. Sì, ha senso, visto che così votarono 26 milioni di italiani nel 2011. Li sconfessiamo?
Non va meglio su altri temi: il capitolo Diritti è “di sinistra” con la difesa della legge sull’aborto, la tortura, fine vita e diritto d’asilo per i migranti; sull’Europa s’ipotizza il superamento dell’austerità e si chiede: “Come affermare un’Europa della democrazia e non dei più forti?”. Già, come? Non dovreste dircelo voi? E che dire del Lavoro? Nessun cenno a Jobs Act e art. 18, ci s’interroga invece sull’efficacia o meno di un welfare non pubblico (“fondi sanitari integrativi, previdenza complementare, welfare aziendale”). Sognando California? Su “Democrazia, rappresentanza e partecipazione” getto la spugna: rimossi referendum (Pisapia votò Sì) e legge elettorale, si fanno domande da capogiro tipo “Come rafforzare e ripensare forme di democrazia partecipativa (progettazione partecipata, bilancio partecipativo, etc.)?”. Le ha scritte Barca? E non è solo un problema di comprensione (la mia, è chiaro, è limitata), ma anche di scrittura talvolta zoppicante.
Il titolo della Scuola? “Un cuore pulsante che fa fatica a battere”. Ma pulsa o batte? Poi ci sono dati interessanti, e domanda finale dalle cento pistole: “Come portare scuola, università e ricerca al centro del nostro modello di sviluppo?”.
Ci piacerebbe saperlo, ma da voi. Infine il Sud, altro tema cruciale, che si conclude con: “Il Meridione per resistere al mercato globalizzato, vincere le sfide di sviluppo e legate a trasformazioni sociali e geopolitiche può cominciare a pensarsi come una macroregione seguendo l’esempio del Nord Italia?”. Macroregioni? Pure Pisapia, dopo Renzi, si crede Salvini? Non c’è dubbio: come centrosinistra, inedito è inedito.
di Luisella Costamagna