Così la galassia nera e Mussolini
sono diventati un brand su Facebook
Pagine e gruppi sul social network, per vendere un’affiliazione o una merce
di Federico Capurso
«Benito
Mussolini è ora in diretta», avvisa Facebook, in un pomeriggio
qualunque del 2017, riportando il video di un discorso del Duce dal
balcone di piazza Venezia. Si passa quindi a Instagram, il social
network della fotografia, e un “sondaggio sponsorizzato” da Mussolini in
persona si impone categorico alla vista dell’utente: «Vorreste il
ritorno del Duce?». Se si risponde, si può vincere l’Agenda storica,
promette l’inserzione.
La nuova frontiera dei nostalgici del
Ventennio è in Rete. Un florido sottobosco di pagine, siti e blog, che
negli ultimi anni ha raccolto migliaia di simpatizzanti e i numeri,
anche se non emergenziali, sono in crescita. La proposta di legge del
Pd, ora in discussione alla Camera, si propone di punire con il carcere
da sei mesi a due anni la propaganda del regime fascista e nazifascista.
E per arginare il proliferare dell’ideologia nera online, la pena è
aumentata di un terzo se il reato viene commesso via web.
I social
network, d’altronde, sono diventati il primo veicolo di diffusione di
queste idee, come testimoniano le migliaia di pagine e gruppi Facebook
dedicati al Ventennio e ai suoi protagonisti. Luoghi virtuali che si
guadagnano le simpatie degli utenti grazie a un approccio sempre più
multimediale, con video e foto pubblicate ogni giorno. Materiale,
questo, che viene spesso riadattato ai temi mediatici del momento. «No
allo Ius Soli», può capitare di veder dire a Mussolini. E ancora:
«Mussolini a differenza dei nostri politici», come recita il titolo di
una delle centinaia di pagine Facebook a lui dedicate. Una modernità
affiancata sempre, però, al ricordo pungente di «quando c’era lui».
Il
nome “Benito Mussolini” rimane ovviamente il brand di punta sui social
network, come testimoniano i 140 mila fan di un omonimo profilo e le
centinaia di altre pagine e gruppi a lui intitolati. Di riflesso, però,
anche chi non è strettamente legato al nome di Mussolini inizia ora a
riscuotere un relativo successo online. Come «Rivoluzione fascista», con
più di 30 mila seguaci, tra le prime ad utilizzare i “video in
diretta”, tra i quali si segnala la quattro ore di “santa messa live”
celebrata a Predappio in ricordo di Mussolini dal prete fascista don
Giulio Tam. Ci sono i “Giovani Fascisti Italiani”, nati su Facebook
appena due anni fa, ma che contano già oltre 86 mila fan. O la pagina
“Laziale e fascista”, che lega alla fede calcistica quella politica, con
quasi 90 mila utenti registrati.
Su Instagram, il social network
della fotografia, spunta persino il profilo «ufficiale» di Benito
Mussolini. Il gestore pubblica foto commentandole in prima persona: «Un
mio ritratto datato 1924. Olio su tela», si legge nella didascalia di un
dipinto che ritrae Mussolini a cavallo. E ovunque, tra i virtuali
avventori fascisti, è un tripudio di saluti romani e autoscatti con in
mostra il tatuaggio del Duce.
La passione politica, così, può
diventare business. Predappio, paese natale di Mussolini, è un
concentrato di negozietti con in vendita prodotti fascisti. Molti di
loro, come Ferlandia, sono stati tra i primi ad aprire anche online. Il
catalogo è vasto: dall’acqua di colonia di Predappio, con tappo di legno
del Duce, alle bottiglie di «vino Nero». Poi c’è chi, da vero fascista
2.0, dopo aver ottenuto migliaia di fan sui social network ha smesso di
pubblicare foto del Duce, preferendogli la pubblicità dei siti
acchiappa-clic. O chi, come i già citati “Giovani fascisti italiani”,
dalla propria pagina Facebook pubblica foto di gadget e abbigliamento in
vendita, rimandando anche al sito Duxstore.it. Per sapere il prezzo di
un goliardico manganello, però, il gestore chiede di «essere contattato
in privato, camerata».