sabato 8 luglio 2017

Corriere 8.7.17
«Aiutiamoli a casa loro». Polemica sul post di Renzi
Una sintesi del libro del leader pd su Facebook (e poi cancellata): non abbiamo il dovere morale di accogliere i migranti
Critiche dai militanti: parole da leghista. E Salvini rilancia: «Lo prendiamo noi». Gentiloni: no agli ingressi illimitati
di Mariolina Iossa

ROMA Migranti? «Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro». Questo cartello, che rimandava a un link con la sintesi delle idee di Matteo Renzi sull’immigrazione nel suo libro «Avanti» in uscita mercoledì, è stato postato sulla pagina Facebook del Partito democratico. Poi è stato cancellato. Il segretario del Pd «non» dice cose di sinistra, e il suo partito si sente in imbarazzo per i tantissimi post critici degli stessi militanti che si sono sentiti improvvisamente così «vicini» alla Lega.
Salvini ne approfitta: «Se dico queste cose sono razzista se le dice lui no?». E se la ride, insieme al suo consigliere politico Luca Morisi, che sempre su Fb posta il cartello a firma Renzi e accanto un altro uguale, con la firma del leader del Carroccio. «Amici del Pd, lo prendiamo volentieri noi. Grazie per il lavoro. p.s. Scegli l’originale».
La polemica dilaga e Renzi è costretto a difendersi, ancora una volta su Fb. «Aiutiamoli a casa loro non è retorica ma un progetto articolato, complessivo». Poi risponde a Emma Bonino, che aveva sottolineato il coinvolgimento del governo Renzi in un accordo del 2015 che avallerebbe il trattato di Dublino — penalizzante per l’Italia — firmato dai precedenti governi: «Noi non c’entriamo. Nel 2015 abbiamo fatto un accordo perché anche altri Paesi se ne facessero carico ma è rimasto sulla carta». Il segretario del Pd parla anche di «numero chiuso agli arrivi», di «tetto massimo di accoglienza», altrimenti sarà «un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico».
Il Guardasigilli Andrea Orlando lo appoggia: «Il numero chiuso è uno dei modi, come i porti chiusi, per dire all’Europa che non ce la facciamo da soli». Enrico Letta è convinto che il nodo siano le regole europee: «Non sono obbligatorie, così l’Italia è rimasta con il cerino in mano».
Dal G20 di Amburgo, il premier Paolo Gentiloni spiega che «l’accoglienza non può essere illimitata» e aggiunge: «Tutti vengono a dirti una parola di solidarietà ma poi si fatica a trovare delle soluzioni» facendo notare una certa «ipocrisia» da parte di alcuni membri del G20. Infine sul «numero chiuso» risponde: «Tra Merkel e Renzi scelgo l’Italia».
Il vertice di Tallinn di giovedì scorso, spiega il ministro dell’Interno Marco Minniti, non ha prodotto niente di concreto perché era «una riunione informale».
Martedì a Varsavia, nella sede di Frontex, l’Italia continuerà a mantenere la sua posizione: «Davanti a un fenomeno così epocale — dice Minniti — bisogna distinguere tra la salvezza in mare di una persona e la sua accoglienza a terra» .