martedì 11 luglio 2017

Corriere 11.7.17
Picchia la compagna fino a ucciderla «Se lo merita, non aveva lavato i piatti»
di Agostino Gramigna


Bari, arrestato un romeno. La madre della vittima: non voleva denunciarlo
La madre tiene in mano una foto tessera della figlia come a volere ricordare che è esistita, che aveva un volto, un nome e una vita. Anche se la vita di Anita valeva quanto quella di una serva, almeno per l’uomo che aveva scelto di amare. Lui la prendeva a schiaffi e pugni se non ubbidiva ai suoi ordini. Fino all’ultima aggressione, quella mortale, per non aver voluto lavare i piatti.
Anita Betasta Rzepecka, 30 anni, è morta in un ospedale di Bari, dopo la violenza subita tra le mura di un casolare abbandonato alla periferia di Bari. Marian Sima, un romeno di 44 anni, l’ha schiaffeggiata e le ha fatto perdere l’equilibrio. Cadendo, Anita ha sbattuto violentemente la testa sul pavimento. È rimasta agonizzante per ore. Lui indifferente in piedi davanti al corpo, ha preso una bottiglia e ha bevuto.
Barbara, mamma di Anita, racconta che lui la picchiava ogni santo giorno e che ogni scusa era buona. Se non puliva la casa, se non faceva come diceva lui. Ed era sempre ubriaco. «Io non potevo fare niente e lei non voleva denunciarlo. Quattro giorni fa l’ha picchiata con tanta violenza e mia figlia è svenuta a terra. Poi l’ha lasciata lì».
Mamma e figlia erano arrivate insieme in Italia dalla Polonia. Barbara vive in una baracca, Anita invece abitava con Marian Sima e altri suoi connazionali romeni in un casolare nel quartiere Japigia. Sima è stato portato in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Il dramma è avvenuto giovedì scorso, Anita è morta in ospedale il giorno dopo ma la notizia è stata diffusa solo ieri dopo l’arresto del romeno. È stato un coinquilino della coppia, al rientro la sera nel casolare, a soccorrere la donna e chiamare il 118.
Anita subiva violenze da circa due anni ma non s’è mai rivolta alle forze dell’ordine. Racconta Barbara: «Spesso la minacciava con un coltello alla gola, anche in mia presenza. Le dicevo di lasciarlo perché era un violento. Ho provato tante volte, vai a denunciarlo, vai alla polizia». Ma Anita aveva il terrore che le azioni di Marian potessero diventare ancora più violente.
«Perché hai fatto questo a mia figlia?», ha domandato Barbara all’uomo. Le ha risposto freddamente: «Tua figlia merita tutto questo perché non aveva ripulito casa e non aveva lavato i piatti». Ai vicini di casa invece aveva raccontato storie diverse. Che Anita era caduta da sola mentre saliva le scale, che si era fatta male mentre era in bagno e che si era sentita male dopo essersi ubriacata. Barbara ora chiede giustizia: «Non solo per mia figlia ma per tutte le donne morte come lei».