Corriere 11.7.17
Messico
I 43 studenti scomparsi e la trappola per gli esperti
di Guido Olimpio
Nome
in codice Pegasus. Una trappola cibernetica con la quale le autorità
messicane avrebbero spiato i membri della «Inter American Commission on
Human Rights», esperti chiamati a risolvere un caso non meno scandaloso:
la sparizione, nel settembre 2014, di 43 studenti. Di loro non si sa
più nulla: solo due sono stati identificati e le indagini ufficiali
hanno soltanto creato ostacoli alla verità. Forse è per questo che hanno
deciso di tenere sotto controllo gli esperti stranieri usando un
sistema acquistato dal governo. Costo: 80 milioni di dollari, versati
alla casa produttrice, una società israeliana.
Tutto è iniziato
con il lancio del classico «amo». Un messaggino inviato al cellulare di
uno dei coordinatori della Commissione. È stato questo il grimaldello
che ha aperto una breccia: gli spioni hanno carpito email, testi, foto,
contatti e violato le comunicazioni criptate. E gli investigatori non
sono stati le uniche vittime. Giornalisti, rappresentanti di
associazioni umanitarie e politici dell’opposizione — secondo la
denuncia del New York Times — sono finiti nella grande rete di
sorveglianza. Le rivelazioni hanno aggiunto rabbia per un mistero che
attende una soluzione.
La scomparsa degli studenti a Iguala
nasconde probabilmente connessioni e complicità a livello statale. In
base ad una prima ricostruzione i ragazzi sarebbero stati fatti sparire
dall’attacco congiunto di una banda criminale e agenti corrotti. I
banditi sospettavano che i giovani facessero parte di una gang rivale.
Ma molti elementi chiamano in causa entità superiori e militari. Resta
sempre la domanda angosciante: che fine hanno fatto gli aspiranti
maestri? Uno degli arrestati ha sostenuto di averli bruciati vicino ad
una discarica, tesi che però non è stata avvalorata da fonti
indipendenti. Allo sdegno si aggiunge la convinzione di manovre al di
sopra della legge. Proprio in questi giorni si chiede di chiarire cosa
sia avvenuto a Villa Union dove militari e agenti hanno ucciso 17 (o
forse più) presunti narcos nel corso di un conflitto a fuoco seguito ad
un agguato. I familiari parlano di persone giustiziate a bordo di
veicoli, con colpi esplosi a distanza ravvicinata.