sabato 19 gennaio 2019

Repubblica 19.1.19
Pd, la rincorsa delle parole
Dare loro dei fannulloni significa perderli per sempre
di Luca Bottura


Dice Di Maio che col reddito di cittadinanza da oggi cambia lo Stato Sociale. La colonna sonora infatti diventa " Una vita in vacanza". La ( buona) battuta è di Maria Elena Boschi, che l’ha pubblicata ieri su Twitter. Anzi, più verosimilmente, è dello spin doctor che la Boschi ha ingaggiato per risultare " smart" sui social network. Ed esemplifica plasticamente perché un politico non dovrebbe recitare da comico neanche per contrastare un comico che si è fatto politico.
Lasciamo da parte la sgangherata reazione di Di Battista (" Tutti la odiano") e dei suoi adepti, ché attiene al linguaggio passivo/ aggressivissimo pentastellato. Ovvietà. Soffermiamoci su chi naviga effettivamente in cattive acque, gente per cui l’obolo clientelare del cosiddetto governo Conte sarà come gli 80 euro di Renzi: una mossa elettorale, ma intanto ci pagano le bollette.
Dare loro dei fannulloni significa perderli per sempre, e rappresenta una patologia speculare a quella che affligge Di Maio quando intima allo Stato di fronteggiare la Camorra. Lo Stato è lui ma non lo sa. Di contro, la Boschi si comporta ancora come se stesse a Palazzo Chigi e fosse in luna di miele con questo volubile Paese.
È un guaio riassumibile secondo le logiche dello show business. Fare gli spiritosi sui social, buttarla sulla satira ( Renzi e il suo show alla Festa de l’Unità di Ravenna, i suoi tweet tranchant) funzionerebbero se sostenessero un ritorno in campo garibaldino contro il disastro giallobruno. Ma i due dal palcoscenico non sono mai scesi, neanche per il tempo necessario a farli moderatamente rimpiangere. E intanto dettano una linea espressiva.
Il tema ricorrente che il Pd usa contro gli avversari, insieme a decisivi e frequenti cinguettii contro Elisa Isoardi e La Prova del Cuoco, è il mancato mantenimento delle promesse più scurrili. Alcuni deputati si muovono come piccioni in volo, un meme dopo l’altro, un video che pare girato dall’Isis dopo l’altro, lamentandosi che Salvini non ha ancora rimpatriato 600.000 migranti, che l’ordine pubblico annaspa, che la flat tax non è flat. Argomenti veritieri. Ma ininfluenti sulla claque altrui e inutili per recuperare consenso tra i delusi, i non rappresentati.
Di più: non solo gli ultimi giapponesi del # cambiaverso mutuano parole d’ordine grilloleghiste ( spicca un clamoroso # dimaiochiediscusa su cui il Blog delle Stelle avrebbe potuto chiedere la Siae) ma colpiscono uniti per tacciare le voci distoniche di aver fatto vincere l’attuale coalizione. Una sorta di # sìmaigrilliniinvece o # sìmasalviniivece parenti stretti del " sì ma il Pd" che per anni ha investito chi non si abbeverasse alla fonte di acqua del Po o ai bollettini della Casaleggio Associati.
Qualunque segretario il Pd eleggerà, dovrebbe essere qualcuno che sa come parlare non più agli ultrà, ma alla fascia larga, estenuata, assente e rassegnata, di chi non ne può più di un partito che sembra non sapere cosa dire, lo dice malissimo, e con le stesse parole d’ordine di quelli da cui si proclama diverso.
Servirebbe uno che guardi alle prossime generazioni, come lo statista illuminato che De Gasperi prese a prestito da Clarke. Andrebbe bene anche uno che guarda alle prossime elezioni, perché almeno sarebbe un politico lucido. Ma forse basterebbe almeno uno che, a differenza di Di Maio e Salvini, non guardi solo al prossimo like. Ricevendone, peraltro, sempre di meno.