venerdì 11 gennaio 2019

Repubblica 11.1.19
L’intervista a Drew Westen, autore di "La mente politica"
"Per battere Trump la sinistra parli alla pancia del Paese"
di Anna Lombardi


NEW YORK Donald Trump mira allo stomaco d’America.
Stuzzica le emozioni della gente: come d’altronde i populisti di tutto il mondo hanno imparato a fare. Ma non è solo con lo stomaco che si ottiene consenso. Serve anche testa. Non a caso il discorso del presidente sulla necessità di costruire il muro al confine col Messico l’altra sera aveva toni diversi. Più equilibrato, motivato.
Trump vuol mantenere le promesse fatte alla sua base: ma sa che oggi, con lo shutdown in corso, deve apparire ragionevole». Drew Westen, psicologo ed ex consigliere di Barack Obama, è il professore di Teoria della Personalità alla Emory University di Altanta che col suo saggio La mente politica. Il ruolo delle emozioni nel destino di una nazione (Il saggiatore) da tempo studia il legame fra irrazionalità e voto: sull’argomento sta già preparando un nuovo volume.
Trump nel 2016 vinse le elezioni puntando su un messaggio opposto a quello di speranza e ottimismo lanciato da Barack Obama e perseguito da Hillary Clinton. Quel tipo di retorica non funziona più?
«Funziona, ma la sua base si sta restringendo. Trump si rivolge sempre più solo a un determinato gruppo di persone ripetendo quel che vogliono sentire: che altri sono stati favoriti al loro posto. Fa presa sull’odio. Ma sa che non basta. La sinistra ha l’occasione di lanciare un nuovo messaggio proprio perché ha di fronte uno come Trump, sapendo che la narrativa che mira allo stomaco non è per forza prerogativa della destra».
La sinistra, cioè, dovrebbe parlare meno alla testa?
«I leader migliori sanno rivolgersi a entrambi. Purtroppo da tempo i progressisti parlano in modo astratto e cerebrali. Basta pensare alla risposta a Trump, subito dopo il discorso sul muro, di Nancy Pelosi e Chuck Schumer: argomenti condivisibili, ma freddi. Hanno parlato alla testa, mai allo stomaco.
Eppure la Pelosi pochi giorni prima era stata efficacissima dicendo chiaro che il muro è immorale.
Invece hanno perso un’occasione per ribadire che si contrappongono sistemi morali diversi. Ma è con quell’argomento che si cattura testa e stomaco. Esempi non mancano».
Prego.
«Bill Clinton era abilissimo. Un uomo tutta testa che sapeva fare leva sull’emotività delle persone dicendo cose concrete ed efficaci. Il contrario di sua moglie, fredda e cerebrale. Ecco, Hillary contro Obama sono l’esempio migliore: ideologicamente erano simili. Ma lui ha sempre saputo parlare a cuore e stomaco della gente oltre che alla loro testa».
Oggi in America c’è un leader democratico capace di conquistare allo stesso modo cuore, testa e stomaco?
«Kamala Harris ha lo stile per farlo.
Ma in quanto donna e nera ha portato avanti politiche troppo identitarie. Il più abile, che però rischia di non farcela solo per questioni di età, è Joe Biden. Fu una sciagura che la morte del figlio gli impedì di contrapporsi a Trump nel 2016. Personalmente credo che un giovane leader che ha ottime chance, anche se non è ancora in campo, è Sherrod Brown dell’Ohio.
Inclusivo, da sempre al fianco dei lavoratori, rappresenta tutto quello che storicamente sono i dem.
Potrebbe parlare a stomaco e cuore: anche meglio di Trump».