martedì 15 gennaio 2019

il manifesto 15.1.19
Danzica, ferito a morte il sindaco dei diritti
Polonia. Il primo cittadino accoltellato durante un concerto di beneficenza da un ventisettenne «non affiliato a organizzazioni politiche». Era diventato un bersaglio facile dell’estrema destra polacca
di Giuseppe Sedia


VARSAVIA «Danzica è generosa, Danzica condivide il bene, Danzica vuole essere una città di solidarietà», sono queste le ultime parole pronunciate dal sindaco della città polacca sul Mar Baltico Pawel Adamowicz accoltellato a morte nella serata di domenica su un palco durante l’evento clou della Grande Orchestra di Solidarietà Natalizia (Osw).
La parola «solidarietà» in polacco rimanda anche a Solidarnosc, il primo sindacato libero dei paesi del blocco sovietico guidato da Lech Walesa e nato dagli scioperi dell’agosto 1980 proprio tra i cantieri navali di Danzica. Ogni anno l’Osw organizza una raccolta di fondi tra i cittadini in Polonia e all’estero per l’acquisto di attrezzature mediche per la cura dei bambini e delle persone anziane.
Ieri Walesa ha ammonito: «Il livello del dibattito pubblico deve cambiare per evitare di incoraggiare le persone a compiere tali gesti».
È una morte che lascia un segno indelebile quella del primo cittadino di Danzica, deceduto in ospedale nella tarda mattinata, anche perché avvenuta durante uno di quei pochi eventi nazionali in grado di unire i cittadini polacchi al di là della cosiddetta «guerra polsko-polska» tra i sostenitori e gli oppositori del governo della destra populista di Diritto e giustizia (PiS), attualmente al potere in Polonia.
VERSO LE ORE 20 di domenica il ventisettenne Stefan W. (in Polonia i cognomi degli indagati non possono essere diffusi in assenza di una condanna o dell’assenso da parte della persona indagata), era riuscito a intrufolarsi nel locale e a salire sul palco dopo aver mostrato agli addetti alla sicurezza, una tessera della Pap, la principale agenzia di stampa polacca. Dopo aver colpito ripetutamente Adamowicz al torace con un coltello a serramanico di 15 centimetri, l’aggressore è stato disarmato non senza riuscire a prendere la parola sul palco: «Mi chiamo Stefan W., sono stato incarcerato per un ingiustizia. Piattaforma civica mi ha torturato. E per questo che Adamowicz è morto».
Piattaforma civica (Po) è una formazione liberale di centro-destra a cui appartiene anche l’attuale presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ma è soprattutto il principale antagonista politico del PiS a livello nazionale. Secondo le prime informazioni l’omicida affetto da disturbi psichiatrici era stato condannato in precedenza per una rapina in banca ma non risulterebbe affiliato ad alcuna organizzazione politica.
DUE ESTATI FA l’organizzazione para-fascista della Gioventù polacca (Mw) aveva rilasciato 11 certificati di «decesso politico» con tanto di fotografia per undici sindaci polacchi rei, secondo gli organizzatori dell’happening, di aver sottoscritto un patto di collaborazione tra le amministrazioni locali in materia di immigrazione. Tra i destinatari del certificato l’ex-sindaca di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz (Po) ma anche lo stesso Adamowicz. In Polonia le varie forme di incitamento all’odio costituiscono un reato ai sensi degli articoli 256 e 257 del codice penale. I dati della procura nazionale sulle indagini hanno registrato un aumento di questi fenomeni negli ultimi anni. All’inizio del 2017 il ministro dell’interno polacco Mariusz Blaszczak aveva parlato di «sporadicità» dei casi di incitamento all’odio sottolineando quanto fosse inutile intraprendere azioni specifiche per arginare il problema.
È INDUBBIO che la vittima fosse diventata un bersaglio facile dell’estremismo. In carica come sindaco dal 1998, Adamowicz è stato un membro del Po fino al 2016. Alle elezioni amministrative di ottobre scorso, che hanno visto la debacle del PiS nei grandi centri del paese, si era presentato come candidato indipendente sconfiggendo alle urne proprio il figlio di Walesa, Jaroslaw del Po, e successivamente al ballottaggio, anche il candidato del PiS Kacper Plazynski.
Nell’amministrazione cittadina Adamowicz si è sempre distinto per le sue posizioni progressiste, a sostegno dei diritti delle minoranze, degli immigrati e della comunità lgbt. Alcuni già si chiedono chi prenderà il posto dell’indimenticato Adamowicz alla guida di Danzica. Secondo le normative in vigore, l’esecutivo è chiamato a designare un successore ad interim per la carica di sindaco, in attesa di nuove elezioni cittadine che dovrebbero avere luogo non oltre il mese di aprile 2019.