mercoledì 10 ottobre 2018

il manifesto 10.10.18
Camusso difende la sua scelta: «Landini è il meglio per la Cgil»
Video agli iscritti della segretaria, ma l’area riformista continua a puntare su Colla
di Massimo Franchi

Il giorno dopo la nottata che dovrebbe riportare un ex segretario generale della Fiom a capo della Cgil (non succede dai tempi di Trentin nel 1988), la confederazione sindacale più grande del paese si ritrova divisa. Si tratta di un paradosso, visto che mai durante gli ultimi congressi si era presentata così unita con un consenso bulgaro sulla mozione principale in votazione nelle assemblee che porteranno all’assise di Bari dal 22 gennaio.
È la scelta di Susanna Camusso di proporre il nome di Maurizio Landini a venire contestata. Meglio: la parte più riformista contesta il metodo usato dall’attuale segretario, più che il nome dell’ex leader della Fiom.
Una questione procedurale che diventa però politica. A venire contestata è dunque la scelta di Camusso di individuare una figura come suo successore senza esser prima riuscita a far convenire sulla scelta un’ampia maggioranza dell’organizzazione.
Diverso fu il caso dell’entrata di Landini in segreteria confederale l’anno scorso. La riluttanza di Susanna Camusso fu vinta dalla volontà in particolare dei pensionati dello Spi di riunificare tutte le anime della Cgil nella segreteria.
Molti poi contestano a Camusso il fatto di aver puntato tutto su Serena Sorrentino, la giovane segretaria mandata a farsi le ossa alla guida dei «pubblici» della Fp, che però non ha riscosso il consenso necessario perché considerata non abbastanza esperta per il ruolo. La reazione a questa bocciatura – in questa visione – è stata la scelta, politicamente lontana, di Landini.
Il precedente storico indicato dai riformisti è quello della successione a Trentin. Nel 1994 l’allora segretario generale voleva proporre Alfiero Grandi ma dopo aver capito che la maggior parte dell’organizzazione era con Sergio Cofferati decise di affidare l’ascolto dell’organizzazione a cinque saggi.
Per rispondere a tutte queste critiche Susanna Camusso ha scelto uno strumento per lei assai inusuale. Un video che a sera è stato postato sui profili social della Cgil. Dopo che in mattinata da Bologna aveva spiegato come «c’è una linea politica e penso che lo sforzo che tutti debbano fare non è quello di pensare alle persone, ma a chi meglio può interpretare la linea decisa tutta insieme», Camusso ha deciso di spiegare direttamente agli iscritti come si era svolta la segreteria e il perché della sua scelta.
Parlando dalla stessa stanza in cui si è tenuta la sera di lunedì si è tenuta la segreteria («con un ritratto di Luciano Lama») Camusso ha subito rivendicato «al gruppo dirigente la necessità di fare una discussione positiva, non sui giornali». Un percorso fissato nel direttivo del 24 maggio che aveva previsto «un ascolto del gruppo dirigente a partire dalle camere del lavoro» territoriali. Un «asscolto molto positivo», spiega Camusso, che ha «disegnato le necessità dell’organizzazione di continuare nelle grandi battaglie in continuità a partire dalla contrattazione inclusiva e il consolidamento dell’autonomia».
Per Camusso dunque «è giusto che il congresso resti in mano agli iscritti e non di altri. E così, come hanno fatto tutti i dirigenti della Cgil, le proposte siano portati al Direttivo». Si arriva poi al passaggio decisivo: «La cgil che discute di sè e della sua prospettiva, di partecipazione e radicamento nel rapporto con i lavoratori e quindi in un ragionamento di pluralità della segreteria, in una valorizzazione del gruppo dirigente di questi anni, l’individuazione del compagno Landini a segretario generale risponde a quei principi di autonomia e di tenuta dell’organizzazione, di capacità di costruire processi unitari e di squadra di cui crediamo si abbia un grande bisogno», conclude Camusso augurandosi che non ci siano «intrusioni, perché la nostra organizzazione è profondamente gelosa della sua autonomia».
Cosa succederà ora? I tempi della Cgil sono sempre dilatati. Landini rimarrà in silenzio a lungo e così farà l’ala riformista, sebbene sotto traccia incontri e riunioni andranno avanti continuamente.
La convocazione del Direttivo in cui si chiariranno i posizionamenti è prevista per fine mese o al massimo inizio di novembre: un tempo ampio per consentire una possibile ricomposizione delle contrapposizioni che ieri hanno raggiunto il livello massimo. Un livello di guardia che ha portato Camusso a decidere di intervenire per parlare direttamente con i militanti.
L’ipotesi di una spaccatura congressuale è dunque ancora remota. Anche perché ad eleggere il prossimo segretario della Cgil sarà l’Assemblea generale durante il congresso di Bari composta più da rappresentati dei posti di lavoro che da funzionari delle varie federazioni territoriali e di categoria: una novità che favorisce sicuramente Landini.