mercoledì 27 giugno 2018

Corriere 27.6.18
Dai malesseri alle psicosi. Quali sono le conseguenze
di Adriana Bazzi


L’Italia si conferma un Paese ai primi posti in Europa per il consumo di droghe, soprattutto fra i più giovani e soprattutto per la cannabis. Analizziamo il fenomeno con Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento per le dipendenze dell’Azienda Santi Paolo e Carlo di Milano.
Qual è la situazione?
«Sui giovani esiste una forte pressione, anche mediatica, perché consumino sostanze “stupefacenti”. È una questione di mercato. E parliamo di cannabis, marijuana, persino di cocaina, ma anche di alcol. È un business: si promuove la domanda, spesso attraverso i social network, e l’offerta arriva. Ma ora si stanno affacciando droghe che non sono più “quelle di una volta”. Più difficili da individuare (come quelle sintetiche, ndr)».
Con quali conseguenze?
A parte gli effetti acuti (sbronze, sballo o altro, ndr), il consumo di queste sostanze comporta, a lungo andare, un aumento di malattie mentali perché altera l’equilibrio psichico, fino a provocare vere e proprie psicosi. E, nella minore delle ipotesi, possono incidere sulle relazioni interpersonali, sulle capacità lavorative e, non da ultimo, interferire anche nei rapporti sessuali».
Come correre ai ripari?
«Bisogna rendersi conto che le sostanze oggi in circolazione sono diverse dal passato. E occorre che le leggi si adeguino per contrastarle».
In questi giorni si è avuto uno stop alla vendita di Cannabis light da parte del Consiglio superiore di sanità.
«Sì, ma non si tratta di un prodotto per uso umano. È venduto come profumatore di ambienti, per esempio. Poi c’è qualcuno che lo usa per altri scopi. Da indagare».