giovedì 17 maggio 2018

Repubblica 17.5.18
La sfida della ricerca
La Cina a caccia di talenti tra gli scienziati italiani “Venite, c’è posto per tutti”
di Corrado Zunino


La proposta via mail alle eccellenze europee: “ Vi paghiamo anche il viaggio” Solo a Guangzhou saranno assunti 70 fisici: alla Sapienza sono in totale 78

Roma L’università cinese, nuovo Eldorado della ricerca mondiale, chiama l’Italia. Via mail. Lo sviluppo scientifico della Repubblica popolare è così tumultuoso che, ormai, l’offerta di lavoro supera la domanda. L’Accademia delle scienze di Pechino, consapevole che questo genere di lavoro si fa in collaborazione transnazionale, ha iniziato a chiedere esplicitamente a ricercatori e scienziati del mondo di raggiungerla. Per proseguire insieme.
L’ultima occasione sta girando in questi giorni sugli indirizzi elettronici dei fisici italiani. Una chiamata da ufficio di collocamento, di cui è diventata destinataria l’autorevole ex direttrice dei laboratori del Gran Sasso, Lucia Votàno. Alla scienziata dei neutrini, che con i cinesi collabora dagli Anni 80, ha scritto il professor Wei Wang, dalla Scuola di fisica dell’Università di Guangzhou. « Nelle nostre università abbiamo un numero praticamente infinito di posizioni in fisica da assegnare, coprono l’intero range dal postdoc al professore ordinario», si leggeva. «Nei prossimi 3- 5 anni abbiamo 70 posizioni nuove da coprire presso la nostra scuola. E altre 70 posizioni alla Scuola di Zhuhai. Fisica delle alte energie, della materia » . L’emerito full professor ha aggiunto: « Aiutatemi a trovare ricercatori validi. Possono concorrere tutti, da qualsiasi Paese. Non importa che non sappiano il cinese. Divulgate questa richiesta».
I primi a divulgare sono stati quelli di Scienzainrete. E hanno fatto la prima comparazione. La Sapienza, la più grande università d’Italia, nel suo Dipartimento di Fisica ha 28 posizioni da ordinario e 50 da associato: 78 posti fissi. La sola Università di Guangzhou si accinge ad assumere, tutto insieme, un dipartimento grande quanto quello della Sapienza. Così l’Università di Zhuhai: un nuovo Dipartimento ogni mail inviata.
Dicevamo Lucia Votàno. A 71 anni può guardare indietro e rivedere, oltre alle 290 pubblicazioni su riviste internazionali, il suo viaggio dalle profondità del Gran Sasso alle montagne di Jiangmen. Entro il 2020 lì nascerà il progetto Juno, un gigantesco rivelatore sotterraneo di neutrini che utilizzerà allo scopo lo scintillatore liquido, tecnologia da vent’anni applicata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare. «I cinesi, che fanno le cose in grande come un tempo le facevano i nordamericani — spiega la scienziata — hanno speso 300 milioni di dollari e chiederanno a trecento ricercatori di 45 laboratori di lavorare con loro. Stiamo esplorando la nuova frontiera della ricerca sul neutrino». Con una sfera di 20.000 tonnellate e 40 metri di diametro che emetterà lampi di luce, raccolti da 35 mila fotomoltiplicatori. Dice Votàno: « Ricordo quando, sotto l’egida del professor Antonino Zichichi, selezionavo ricercatori cinesi per offrire loro borse di studio per i Paesi in via di sviluppo. Oggi è la Cina, seconda potenza scientifica al mondo, il datore di lavoro » . L’Accademia delle scienze è pronta a pagare il viaggio ai giovani scienziati e a versare stipendi concorrenziali per un progetto di ricerca di base: 2.500 dollari mensili per un postdoc e cifre cinque volte più alte per un dirigente.
L’Italia, che galleggia sul suo 1,29per cento ( del Pil) investito in ricerca, ha intrapreso diverse collaborazioni scientifiche con la Cina. L’Infn, appunto. L’Agenzia spaziale italiana sui satelliti, l’Enea sulla botanica. All’ultima Settimana della scienza, a Pechino, la ministra Valeria Fedeli ha contato dieci progetti comuni avviati: due in fisica, tre sui nuovi materiali, uno su temi ambientali, quattro sulla salute.
In biologia i cinesi detengono il 30% della capacità mondiale di sequenziamento del Dna e il Paese laurea più giovani ingegneri di tutti quelli che risiedono negli Stati Uniti. «L’altro giorno un giovane fisico italiano mi chiedeva aiuto perché non sapeva se gli rinnoveranno il contratto — dice Votàno — Gli ho girato la mail di Guangzhou».