martedì 1 maggio 2018

La Stampa 1.5.18
Quando Gramsci raccontava favole
Gli scritti per l’infanzia dell’intellettuale al Matota, Festival di letteratura per bambini
di Bernardo Basilici Menini


Il libro L’immagine è tratta dalla copertina del libro «Fiabe dei Fratelli Grimm, Apologhi, racconti torinesi racconti di Ghilarza e del carcere» che raccoglie tutti gli scritti per l’infanzia di Gramsci (Catartica edizioni)

Per via Don Bosco passeggia un ragazzo. Gavroche, questo il suo nome, nota un assembramento di alcune persone, intente a protestare contro un proprietario di casa che ha sfrattato due inquilini per aumentare l’affitto e alle prese con «guardie e carabinieri». Viene a sapere della situazione, ci pensa, e poi esclama in piemontese: «Farò io giustizia per i poveri, con le due pere che ho in saccoccia». In men che non si dica, due agenti in borghese lo perquisiscono, trovando i due frutti e rimanendo esterrefatti. «Pere», in dialetto, significa sassi: con un gioco di parole il monello è riuscito a ingannarli e metterli in ridicolo di fronte alla folla. Non è il resoconto di un fatto di cronaca, ma di una storia scritta da Antonio Gramsci. Una parte nascosta della sua produzione, che verrà raccontata domani alle 18,30 alla Cartiera di via Fossano, durante l’appuntamento inaugurale di Matota, il festival di letteratura per bambini e ragazzi nelle piazze e nei luoghi d’incontro della Circoscrizione 4, in programma fino a domenica.
La narrazione
Domani sarà la volta della presentazione di «Fiabe dei fratelli Grimm. Apologhi, racconti torinesi, racconti di Ghilarza e del carcere», un libro edito da Catartica Edizioni, che raccoglie la produzione sconosciuta di Gramsci, nata negli anni del carcere ed esclusa dai famosi Quaderni. E che abbraccia un universo lontano da quello conosciuto: dalle storie scritte per i nipoti alle fiabe dei Fratelli Grimm, tradotte durante la prigionia da un libro che pare avesse comprato a Torino, per allenare il suo tedesco. Tutte, ora, hanno finalmente visto la luce in un unico testo, che domani sarà narrato dai suoi editori (Daniela Piras e Giovanni Fara), dai suoi studiosi (Dunia Astrologo Direttrice della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci Onlus), dalla musica e dalla recitazione.
A leggere alcuni racconti sarà l’attore torinese Giorgio Perona, e ad accompagnarlo ci sarà La Stanza di Greta, band e collettivo musicale che ha ideato il «Manifesto della Musica bambina», un suono capace di «saper raccontare il mondo con occhi diversi, per il suo sapersi stupire, per la sua leggerezza».
Piccoli protagonisti
Ed è proprio qua che, da Gramsci ai fratelli Grimm, il cerchio si chiude sul punto centrale del festival. I bambini non saranno solo spettatori, ma protagonisti della narrazione, accompagnando le letture e la musica di La Stanza di Greta con i suoni prodotti da strumenti improvvisati, dalle pentole alle grattugie, creando raffigurazioni estemporanee, che permettano di uscire dalla Cartiera e fare qualche passo fuori. Magari di alcune decine di metri, per ritrovarsi in via Don Bosco, proprio mentre un ragazzo del posto deciderà di sollevarsi e di gridare in dialetto contro a un proprietario di casa che ha deciso di sfrattare i propri inquilini: «Farò io giustizia per i poveri, con le due pere che ho in saccoccia».