sabato 12 maggio 2018

Il Sole 12.5.18
Trump: «Marchionne il mio preferito»
di Marco Valsania


New York Donald Trump ha un prediletto tra i dirigenti delle case automobilistiche mondiali. Ed è un’eccezione alla sua regola di America First: l’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne. «È lui oggi il mio preferito in questa sala», ha detto il Presidente incontrando i vertici delle aziende nella Roosevelt Room della Casa Bianca.
La scelta di Trump è caduta su Marchionne, piuttosto che sugli altri nove top executive presenti tra i quami spiccavano Mary Barra di GM e Jim Hackett di Ford, per squisite ragioni domestiche. «Voglio più vetture prodotte negli Stati Uniti, milioni di vetture», ha detto vantando «progressi» ma lamentando «troppe importazioni». E qui ha citato i piani di Fca per spostare operazioni dal Messico al Michigan, storica patria statunitense delle quattro ruote. Più veicoli Trump li vuole anche sfornati in Ohio e Pennsylvania, Nord e Sud Carolina.
Tra Trump e le case auto sono emersi interessi comuni se non identici - l’ammorbidimento degli obiettivi di consumi e emissioni, al centro del mini-summit: la Casa Bianca si batte, attraverso riforme dell’Agenzia per la protezione ambientale Epa, contro regolamentazioni giudicate troppo stringenti. Le aziende, da parte loro, invocano flessibilità per rispettare nuovi target, pur confermando l’intento di migliorarli e evitare polemiche e passi indietro.
«Ho apprezzato l’opportunità avuta oggi di discutere con il Presidente del nostro comune impegno nei confronti dell’industria dell’auto - ha detto Marchionne - Nel nostro settore, le preferenze dei consumatori e gli sviluppi tecnologici sono in continua evoluzione e, pertanto, rivisitare e valutare gli standard dell’Epa, come originariamente previsto, è la cosa giusta da fare». Ancora: «Sono ottimista che il Presidente riuscirà a trovare il modo di preservare un programma nazionale che stimoli miglioramenti continui nell’efficienza dei veicoli e al contempo ci permetta di realizzare veicoli che i nostri clienti vogliano acquistare, a prezzi a loro accessibili. Raggiungere questo risultato richiede la volontà di tutte le parti di arrivare a compromessi attraverso un dialogo ponderato e basato su dati». Marchionne ha aggiunto che revisioni del Nafta potrebbero spingere Fca a «reindirizzare la produzione messicana verso un mercato globale».
Negli Stati Uniti è tuttavia il nodo ambientale a dover essere sciolto rapidamente. Un’aggressiva deregulation federale minaccia incognite: l’amministrazione sta considerando revisioni degli standard nei consumi per i modelli 2022-2026 stabiliti sotto la precedente amministrazione di Barack Obama. La proposta li congelerebbe ai livelli del 2020 per cinque anni, ad una media di 30 miglia al gallone su strada contro il target di 36 miglia nel 2025. Ma questo può dar fiato a offensive legali di una dozzina di stati che rappresentano il 40% delle vendite di auto, guidati dalla California, per preservare norme più dure sollevando lo spettro di un mercato diviso e di aumenti dei costi.