venerdì 23 febbraio 2018

Corriere 23.2.18
«Gli esorcismi sono triplicati»
L’erede di padre Amorth: ma i giovani disposti a farlo sono sempre di meno
Il corso di aggiornamento per preti. L’associazione riconosciuta dal Vaticano conta circa 400 sacerdoti 240 dei quali in Itlia
di Gian Guido Vecchi


CITTÀ DEL VATICANO Libera nos a malo , certo. Ma la prima cosa che ti spiegano è: dimenticate i film, le teste che ruotano su se stesse, Max von Sydow e Anthony Hopkins. La realtà è meno spettacolare, seppure dolente. A Palermo si è aperto un incontro di aggiornamento per gli esorcisti, riconosciuto dalla conferenza episcopale, alcuni azzardano una stima di «almeno cinquecentomila persone» che ogni anno chiedono aiuto, numero che sarebbe «triplicato» negli ultimi anni. E padre Cesare Truqui, allievo di padre Gabriele Amorth, lamenta la scarsità di vocazioni specifiche tra i sacerdoti, parlando al portale «Vatican News» della Santa Sede: «Molti cristiani non credono più all’esistenza del Maligno, vengono nominati pochi esorcisti e non ci sono più giovani preti disposti a imparare la dottrina e la pratica di liberazione delle anime».
Bisogna andarci cauti, chiaro, e gli esorcisti veri sono i primi a farlo. La stragrande maggioranza di chi si rivolge a loro patisce problemi spirituali o psichiatrici. Le «possessioni» da film sono rarissime anche per chi ci crede. Ma se i numeri variano, «non esistono dati attendibili», una cosa è certa, spiega al Corriere padre Paolo Carlin, frate cappuccino e portavoce dell’Associazione internazionale degli esorcisti: «Tutte le persone che arrivano da noi soffrono, sono tante e noi siamo pochi, mai in numero adeguato. I tempi di accompagnamento si allungano...».
L’associazione, riconosciuta dal Vaticano nel 2014, conta circa 400 sacerdoti esorcisti, 240 dei quali in Italia. Bisogna guardarsi dai truffatori, da chi chiede soldi e si definisce «liberatore, medium, guaritore», pure da quelli «che magari sono convinti di fare del bene» e fanno danni. Per prima cosa, un esorcista può essere solo un sacerdote, e non uno qualsiasi: «Deve avere una espressa licenza scritta del proprio vescovo, come prevede il canone 1172 del diritto canonico. Ed è il vescovo a scegliere chi ritiene adeguato, non si diventa esorcisti per desiderio personale», spiega padre Carlin. E poi c’è lo studio, il punto dolente: «Qualcosa si muove, come associazione ci stiamo lavorando, ma purtroppo manca ancora una formazione accademica su angeli e demoni. E stata eliminata dopo il Vaticano II, chissà perché». E così restano i corsi, la lettura dei libri, il tirocinio con esorcisti già esperti.
La materia è complessa. Papa Francesco invitava i confessori a un «attento discernimento». Le «azioni del Maligno», riassume padre Carlin, sono due: «Quella ordinaria: la tentazione. E quella straordinaria: le ossessioni, che colpiscono la mente; le vessazioni, sul corpo; le possessioni vere e proprie, ancora più rare, quando il Nemico prende possesso di una persona; e le infestazioni dei luoghi». I «criteri» per individuare una «presenza straordinaria» sono quattro, prosegue: «Un’avversione straordinaria, furibonda, al sacro e agli oggetti sacri; una forza fisica abnorme, al di là delle patologie psichiche; la conoscenza di lingue mai studiate, sia moderne sia morte come l’aramaico o il latino; e la conoscenza di cose occulte, che soltanto un’altra persona e Dio potrebbero sapere».
È qui che il sacerdote interviene con la preghiera di esorcismo, «un comando diretto al demonio perché se ne vada, nel nome di Gesù e della Chiesa». Attenzione, però, conclude padre Carlin: «L’azione più pericolosa del diavolo è quella che appare più innocua: la tentazione che porta al peccato e allontana da Dio. Più il Nemico è nascosto, più e pericoloso. Quando si manifesta è perché sta perdendo terreno».