Repubblica 19.10.17
Biotestamento, svolta al Senato La relatrice: “Pronta a dimettermi”
Dopo
l’appello dei senatori a vita l’annuncio di Emilia De Biasi per portare
la legge in aula e superare l’ostruzionismo di Ap, Fi e Lega
di Lavinia Rivara
In commissione sono stati presentati 3500 emendamenti, chieste 80 audizioni e ascoltati decine di interventi
Mi strazia il cuore ricevere le lettere di Peppino Englaro, ma ora l’intervento di Grasso mi aiuta a dimettermi
ROMA.
Dopo 50 sedute di commissione, 3.500 emendamenti, oltre 80 richieste di
audizione, decine e decine di iscritti a parlare e l’appello di quattro
senatori a vita, Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo
Rubbia, pubblicato ieri da Repubblica, la legge sul biotestamento,
osteggiata da una parte del mondo cattolico, è arrivata ad un punto di
svolta al Senato. La relatrice Emilia De Biasi (Pd), annuncia che si
dimetterà la settimana prossima, per riuscire così a portare il testo in
aula aggirando l’ostruzionismo in commissione. A spianarle la strada il
presidente Pietro Grasso, al quale aveva chiesto ieri notte di poter
utilizzare il cosiddetto “canguro”, il meccanismo che cancella in un sol
colpo centinaia di emendamenti. La risposta di Grasso non si è fatta
attendere: l’unico modo per farlo, se non c’è l’unanimità, è inserire il
provvedimento in aula. Passando per le dimissioni della relatrice. «Lo
farò la settimana prossima, dopo aver informato la commissione »
annuncia De Biase. Conferma il capogruppo Luigi Zanda: «Se nel giro di
una settimana l’impasse non si sblocca porteremo la legge in aula». Ma
approvare il biotestamento non sarà facile. Perché dopo un primo sì
della Camera, la legge che vieta l’accanimento terapeutico e sancisce il
diritto di rifiutare nutrizione e idratazione artificiale, ha ancora
molti nemici. E i tempi sono strettissimi. Come spiega la stessa De
Biasi.
Quattro senatori a vita denunciano lo stallo della legge,
ferma in commissione Sanità da più di cinque mesi. E questo anche se Pd e
5Stelle sono favorevoli. Come è possibile?
«Io condivido
quell’appello, mi strazia il cuore ricevere le lettere di Peppino
Englaro e non sapere come rispondergli. Ma approvare a fine legislatura
norme dall’alto valore simbolico come il biotestamento non è semplice.
Il testo è arrivato da noi a maggio e gli abbiamo dato priorità. Ma
subito sono state presentate 80 richieste di audizioni, il triplo di
quelle della Camera. Alla fine ne abbiamo fatte una settantina».
Da chi sono arrivate queste richieste?
«La
maggior parte da Alleanza popolare, Forza Italia, dal senatore Lucio
Romano 8 Autonomie). C’è voluto più di un mese» E poi che è successo?
«È
cominciata la discussione generale. E lì Ap e centrodestra si sono
iscritti in massa a parlare, perfino con senatori che non fanno parte
della commissione. Una manovra chiaramente ostruzionistica. A quel punto
o facevo un colpo di mano, cancellando gli interventi degli assenti,
oppure provavo a chiedere a tutti di ridurre gli interventi. Essendo
anche presidente della commissione ho preferito quest’ultima strada e
alla fine un taglio c’è stato. Ma nel frattempo sono arrivati 3.500
emendamenti, la metà dalla Lega, il resto da Forza Italia e centristi. E
siamo arrivati a fine luglio con la loro l’illustrazione».
Lei
già in estate aveva minacciato di dimettersi da relatrice e andare in
aula senza voto in commissione. Perché non l’ha ancora fatto?
«Perché
non è una mia facoltà portare il provvedimento in assemblea, spetta
alla conferenza dei capigruppo e la legge elettorale ha sconlto tutti i
tempi. Ma ora la risposta del presidente Grasso mi facilita le cose».
Ma
non è stato il suo stesso partito, il Pd, a frenare? Magari per non
mettersi prima delle elezioni siciliane contro gli alleati centristi, o
perchè non si fida dei 5Stelle dopo la marcia indietro sulle unioni
civili.
«Non credo c’entri la Sicilia e non c’è stato un
temporeggiamento, checché ne dicano i radicali. Quanto ai 5Stelle in
commissione sono stati più che leali».
Avete ricevuto pressioni della Chiesa contro la legge?
«Non che io sappia, c’è stato qualche articolo di Avvenire ».
Anche
se lei si dimette però tra riforma elettorale e manovra l’aula del
Senato è occupata fino ai primi di dicembre. E a gennaio le Camere
probabilmente saranno sciolte. Pensa che si farà in tempo?
«Penso
che a dicembre possiamo tentare di approvare lo Ius soli e il
biotestamento, perchè diventino legge. Il dolore non può più attendere».