il manifesto 13.10.17
Editoria italiana in crescita, ma timidamente
Dati
Aie 2017. Presentati alla Buchmesse i dati Nielsen per l'Associazione
Italiana Editori. La crescita è live ema c'è. Eppure i lettori
continuano a calare
redazione cultura
I dati
Nielsen per l’Aie, appena presentati e discussi nell’ambito della
Buchmesse di Francoforte, segnalano un mercato editoriale italiano in
crescita, seppure assai lenta: 1% in più (mentre il dato a copie
registra il -1,3%, corrispondente a 740 mila copie di libri venduti in
meno).
Calano in maniera piuttosto consistente i lettori, -3,1%
nel 2016. Se confrontata con altre editorie, il nostro paese registra,
in senso assoluto, la più bassa percentuale dei lettori; per la
precisione una media del 40,5% nel 2016, contro il 90% della Norvegia ma
anche il 62,2% della Spagna, il 68,7% della Germania, il 73% degli
Stati Uniti e l’84% della Francia. In calo, seppur lieve, anche i
lettori di ebook.
Il presidente AIE, Ricardo Franco Levi, è deciso
a perseguire un progetto di lungo periodo, rintracciando ciò che chiama
«la grande scommessa», ovvero «lavorare tutti insieme per far crescere
nuovi lettori. A partire dalla scuola». Se nel 2016 le case editrici
italiane hanno venduto all’estero 6.565 diritti di edizione al mercato
straniero, acquistandone per 9.552 titoli, si assiste – rispetto al 2015
– a una crescita promettente e sempre più solida che si attesta su una
crescita dell’11% nelle vendite all’estero (con una media annua del
+17,6%).
La libreria rimane luogo di elezione per la vendita di
libri, seppure larghe fette siano state intercettate ed erose dal
commercio online (le librerie online crescono dal 3,5% nel 2008
all’attuale 17%). Non regge invece la grande distribuzione, «canale
malato» (come si legge nella sintesi dell’AIE) dell’editoria italiana.