Il Fatto 2.10.17
Ddl Falanga: tutti gli ecomostri che non saranno più abbattuti
Dalle
villette a schiera sull’Appia Antica allo scempio siciliano di Pizzo
Sella, dalla Costiera Amalfitana a Capo Colonna: il Meridione è abusato e
sfregiato
di Giampiero Calapà
L’abusivismo di
necessità, introdotto dal ddl Falanga in approvazione alla Camera, è
soltanto l’ultimo sfregio a un’Italia già devastata, soprattutto al Sud,
da ecomostri e degrado edilizio. Laddove non arrivano le ruspe per un
motivo o per l’altro – sanatorie, condoni, assoluzioni e dissequestri –
rimangono spettri di cemento a deturpare un territorio altrimenti
meraviglioso. Senza rispetto per la natura e tantomeno per la storia
ogni anno sorgono circa ventimila nuovi abusi, secondo l’ultimo rapporto
Ecomafie-Legambiente.
Non è risparmiata l’Appia Antica, la nobile
strada risalente al 312 a.C., già deturpata negli anni 50 e 60 del
secolo scorso dalle mega-case dei vip romani costruite a ridosso della
capitale. Era il 2009 quando la Dda di Napoli sequestrava, all’altezza
di Giugliano, un intero villaggio di villette a schiera spuntato a
destra e sinistra del prezioso lastricato: l’operazione Puff Village
vedeva coinvolti i clan camorristici Nuvoletta e Mallardo, oltre a
imprenditori e politici locali. Nella primavera 2016 sono stati tutti
assolti e lo scempio dissequestrato.
Ogni tanto qualche grande
abuso cade sotto i colpi della civiltà, nel 2016 ad esempio è stato
abbattuto l’albergo Aloha Mare di Acireale, e Legambiente ogni anno
stila il poker dei peggiori ecomostri d’Italia: nel 2017 gli scheletri
adagiati sulla collina di Pizzo Sella a Palermo, il villaggio Torre
Mileto (2400 abusi) a Lesina, provincia di Foggia, le 35 ville
addirittura dentro la suggestiva area archeologica di Capo Colonna a
Crotone e le case abusive di Ischia. Già, è il 18 giugno 2017 quando
Legambiente pubblica il rapporto inserendo gli abusi sull’isola tra le
priorità da abbattere, due mesi e tre giorni prima del terremoto di
Casamicciola: due morti e quarantadue feriti.
L’elenco è
lunghissimo e sulle coste del Sud è sempre allarme rosso dalle “super
ville con piscina sul mare di Bagheria alle spiagge di Selinunte e il
ddl Falanga paralizzerà gli uffici giudiziari bloccando le demolizioni
anche nelle aree vincolate”, spiega Angelo Bonelli dei Verdi. Gli abusi
devastano Sicilia, Calabria, Puglia. La sanatoria del governatore
Vincenzo De Luca, poi impugnata dal governo Gentiloni, sancirebbe la
salvezza di 70 mila abitazioni abusive in Campania. È dello scorso
gennaio l’ultimo appello di Italia Nostra contro “il criminoso sacco di
Pogerola: a trent’anni dalla sentenza definitiva nulla è cambiato per
uno dei più sciagurati interventi edilizi abusivi avvenuti ad Amalfi:
deturpa una delle coste più belle del mondo e mette a rischio vite
umane”. Si tratta di 250 appartamenti costruiti negli anni Settanta su
una collina a 300 metri sul livello del mare, zona a elevato rischio
idrogeologico.
Insomma, prima di Ciro Falanga l’Italia ha avuto
almeno tre grandi condoni edilizi (1983, 1994, 2003), leggi regionali
pro abusi a iosa, sentenze di abbattimento non eseguite per cavilli
vari. Dal 2000 al 2011, considerando solo i capoluoghi di provincia, gli
abbattimenti sono stati 4956 su 46760 ordinanze di demolizione, appena
il 10,6%. Una goccia nel mare. E niente lascia sperare in tempi
migliori.