martedì 5 settembre 2017

Corriere 5.9.17
«Ho visto Renzi: non mi candido Il Pd non dimentichi questa disponibilità»
Alta tensione Pisapia-Mdp
Pisapia oggi a Roma vede i fedelissimi per sciogliere il caso Sicilia e fare il punto sullo stallo del cantiere aperto con Bersani e D’Alema: molto tesi i rapporti con Mdp. Forse l’incontro con Speranza.
di Monica Guerzoni

ROMA Dopo una lunga guerra, ieri il presidente uscente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, è uscito dalla sede pd del Nazareno portando messaggi di pace. Accompagnato dal segretario regionale del partito — e grande mediatore — Fausto Raciti, aveva appena incontrato Matteo Renzi: «Non voglio avere la responsabilità dello sfascista né di quello che fa perdere il centrosinistra».
Dunque ritira la sua candidatura per un nuovo mandato a Palazzo d’Orleans?
«Non decido niente da solo. Torno a Palermo per parlare con i miei e concordare collegialmente il possibile ritiro della mia candidatura alla presidenza. Ma la mia lista ci sarà sia il 5 novembre che, per il Senato, alle prossime Politiche».
Con quali argomenti Renzi è riuscito a farla rinunciare anche all’idea delle primarie?
«Non ci sono più i tempi, rischierei di farle da solo… Ma il fatto è che io non voglio permettere il ritorno dei vecchi poteri che avevano distrutto la Sicilia. Renzi ha riconosciuto i progressi straordinari che in questi 5 anni abbiamo portato alla regione, dal risanamento del debito e della sanità, alla programmazione già finanziata di 1500 opere pubbliche…».
Renzi ha molto criticato, ha osteggiato una sua ricandidatura.
«Lui non ha mai criticato. Lo hanno fatto i renziani siciliani: troppe ambizioni personalistiche, una lotta politica interna per sostituirsi a me. Ma io lascio le cose a posto, e questa è una grande soddisfazione. Con il nostro lavoro il centrosinistra può e deve vincere. Sarò felice di consegnare una Sicilia così al mio successore».
Pieno appoggio quindi a Fabrizio Micari?
«Francamente preferirei essere io il candidato, penso di essere più popolare e più conosciuto. Però non ambisco a poltrone. Credo nel Pd come unica forza veramente in grado di garantire diritti democratici e civili. Perciò, se i miei saranno d’accordo, non correrò. Annuncerò le nostre decisioni in una conferenza stampa domani (oggi per chi legge, ndr ), prima della direzione regionale del Pd».
Come proseguirà la sua vita politica?
«Avrò molto da fare. Presenteremo la lista ovunque, eleggeremo molti deputati all’assemblea regionale e poi anche nostri rappresentanti nazionali. Non credo che il nostro senso di responsabilità dimostrato oggi potrà essere dimenticato dal segretario del Pd».
Diceva che presenterete liste per il Senato.
«Certamente. La volta scorsa siamo stati l’unica lista locale che ha eletto un senatore, Giuseppe Lumia. Siamo decisivi per la vittoria del centrosinistra».
Pensa di correre per Palazzo Madama?
«Assolutamente no. Mi sento troppo giovane...».
Con Renzi avete concordato un ticket di Micari con Giuseppe Antoci?
«Non sono per la politica del do ut des . Credo che sia libertà del presidente candidato scegliere i suoi collaboratori. Vedremo».
Però vedrebbe con favore la scelta di Antoci?
«Non esprimo un parere perché apparirebbe scorretto nei confronti dei miei: non ne abbiamo parlato e sembrerebbe una decisione mia».
Che cosa pensa della candidatura di Claudio Fava con la sinistra alternativa al Pd?
«Fino a poche ore fa ho continuato a lanciare un appello per le primarie, in modo da decidere democraticamente un candidato del centrosinistra. Che cosa ci sarebbe voluto? Invece, purtroppo non si faranno: è un peccato, saremmo potuti stare insieme. Ma non credo che sia responsabilità di Fava, che rispetto molto. Penso piuttosto che è difficile imporre delle scelte».
Daria Gorodisky