martedì 19 settembre 2017

Corriere 19.9.17
Il Pd è ambiguo Io so quali sono gli avversari
di Giuliano Pisapia

Caro direttore,
se una persona autorevole che gode della mia massima stima come Claudio Magris mi attribuisce una posizione che non è la mia, evidentemente sono io in difetto e grava su di me la responsabilità di un chiarimento. L’unità di un centrosinistra plurale, inclusivo e radicalmente innovativo rispetto a quello degli ultimi anni è la mia bussola, quasi la mia ossessione, al punto da essere bollato di velleitarismo. Lo è stata nella mia esperienza parlamentare e nei cinque anni come sindaco di Milano; lo è stata e lo è da quando ho dato vita a Campo progressista. Per lunghi mesi ho incalzato un po’ tutti, compreso il Partito democratico, affinché sposassero, con la stessa chiarezza e determinazione, tale obiettivo unitario. Sia varando una legge elettorale che contemplasse la possibilità di coalizioni, sia sciogliendo ogni ambiguità circa appunto l’impegno a costruire effettivamente un nuovo centrosinistra. Le risposte sono agli atti: prima una legge elettorale puramente proporzionale, poi l’inerzia che dura tuttora e che porterà all’ingovernabilità o, dopo il voto, ad alleanze innaturali negate in campagna elettorale. Il Pd indulge a una illusoria autosufficienza o a una ambiguità in tema di alleanze, come si dimostra da ultimo nel caso della Sicilia ove si è privilegiato l’asse con il centrodestra, anziché con il centrosinistra e il civismo. Cui si è risposto con una candidatura alternativa delle sinistre. Una divaricazione che è l’opposto del mio disegno, come non ho mancato di rimarcare.
Ciononostante non mi rassegno. Anche a me — a ben vedere più che ad altri — è chiarissimo che gli avversari da battere sono la destra e i populismi, come ho ribadito in più occasioni.
Ho parlato di competizione e di sfida al Pd. Competizione e sfida nel percorso, non nell’obiettivo che non può essere che quello di contrastare le destre
ed evitare di consegnare il Paese al populismo. Una competizione che può dilatare il consenso delle forze progressiste, perché non sono pochi gli elettori di quel campo che, a torto o a ragione, non votano Partito democratico, non votano le liste di sinistra o non votano affatto. Ma per raggiungere tale obiettivo è indispensabile che il Pd riprenda a guardare a sinistra e non a cercare innaturali alleanze con la destra o il centrodestra. L’unità va fatta tra gli elettori e non solo tra gli stati maggiori dei partiti. Per quel che mi riguarda, questo è l’obiettivo di ieri, di oggi e di sempre.