il manifesto 1.7.17
«Insieme» ma senza Pd che chiude la porta: «Avanti con le riforme»
Oggi
in piazza A Roma. Pisapia con Bersani oggi sul palco: jobs act e
giustizia sociale. Pienone di dem e sinistra. No dei «civici»: non ci
fanno parlare. Da oggi si capirà in quanti si uniscono al progetto. E se
il nuovo amalgama progressista riuscirà bene
di Daniela Preziosi
Saranno
fischiate le orecchie a Giuliano Pisapia ieri mentre, in viaggio verso
Roma, limava il discorso che pronuncerà nel pomeriggio a piazza Santi
Apostoli. A Milano, all’assemblea dei circoli Pd, c’è Renzi seduto in
prima fila. Ma è l’ex sindaco il convitato di pietra. In molti parlano
di lui.
LA GIORNATA DI OGGI è la rappresentazione plastica di una
crepa ormai spalancata. E anche di una sfida, per il momento solo
mediatica. Dal capoluogo lombardo il segretario dem lancerà il «nuovo
Pd», e cioè la sua ennesima ripartenza dopo un’altra sconfitta. Da Roma
Pisapia, insieme a Bersani e a Mdp, lancerà «Insieme», il «percorso
largo e aperto» che dovrebbe sfidare – fra gli altri – il Pd alle
politiche di primavera. «Insieme, nessuno escluso» è il loro slogan.
Nessuno: tranne Renzi s’intende. Anche se gli organizzatori si
sbracciano per ribadire che quella di oggi non sarà una piazza «contro»
ma una piazza «per unire», «autonoma dal Pd ma rivolta al popolo del
Pd», che chiede «discontinuità» delle politiche renziane e «no a una
alleanza con il centrodestra».
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
14-06-2017 - Roma Matteo Renzi ospite di Otto e mezzo Vincenzo Livieri -
LaPresse 14-06-2017- Roma News Matteo Renzi guest at the tv show Otto e
mezzo
Matteo Renzi – foto Vincenzo Livieri – LaPresse
RENZI
DEL RESTO ha perseguito la rottura con cura e baldanza. Né ha
intenzione di fare passi indietro. Ormai ha archiviato anche lo sforzo
di mediazione di Romano Prodi (che ancora ieri ha invocato una legge
maggioritaria per forzare le alleanze). E così ha innescato la rivolta
delle correnti Pd (se dura, andrà in scena il 10 luglio alla riunione
della direzione, la prima dopo la sconfitta delle amministrative). Oggi
saranno in molti del Pd in piazza ad ascoltare Pisapia, in mezzo ai
militanti (non c’è retropalco né area riservata ai politici): Orlando,
leader di una delle minoranze, e i suoi; ma anche David Sassoli
dell’area di Franceschini; e Marco Meloni e Alessia Mosca, rimasti
vicini a Enrico Letta. L’ex premier vive e insegna a Parigi, dove ieri
ha consegnato i diplomi ai suoi 650 studenti di Sciences Po, e da lì
soffre la rottura finale del centrosinistra, ma resta fuori dallo
scontro italiano.
PER I NOSTALGICI del centrosinistra le cose
ormai si sono messe male. «Non è possibile un centrosinistra senza noi, a
meno che non inseguiamo sogni velleitari», spiega Lorenzo Guerini,
coordinatore Pd. Quanto a Pisapia «ascolteremo le sue proposte, siamo
aperti all’incontro e al confronto con tutti ma serve innanzitutto
un’intesa sul percorso: noi vogliamo continuare con le riforme avviate,
dobbiamo andare avanti in quella direzione».
CHE PERÒ NON È QUELLA
di Pisapia. Tantomeno quella di Bersani, D’Alema e Ditta. L’ex sindaco,
che concluderà la manifestazione, parlerà di jobs act e diseguaglianze
sociali, chiederà «cambiamento» e un impegno vero per approvare lo ius
soli. È la prima bozza del programma della nuova «casa larga e aperta»
(la parola centrosinistra è sempre meno utilizzata, viene spiegato, per
evitare dibattiti su un passato ormai improponibile).
DA DOMANI si
capirà se l’amalgama fra Campo progressista e Mdp-Art 1 riuscirà bene. E
se questa bozza di programma è abbastanza per le anime della
sinistra-sinistra che tentano di scongiurare la divisione in due (o più)
liste. Sinistra italiana invia una delegazione (fra gli altri il
capogruppo alla camera Marcon e Stefano Fassina), c’è Civati, c’è l’Ars
di Vincenzo Vita nel ruolo di pontiere. Non ci saranno i «civici»
animatori dell’assemblea del Teatro Brancaccio. Non li avrebbero fatti
parlare dal palco: «Massimo rispetto per ogni tipo di incontro pubblico,
e anche per ogni stile: ma in coscienza non ci sentiamo di interpretare
il ruolo del popolo che legittima, con la sua plaudente presenza, la
consacrazione di un leader e di un percorso già decisi dall’alto» dice
fra l’altro il loro comunicato.
SUL PALCO SALIRANNO invece,
chiamati dal giornalista Gad Lerner, dall’inizio – e da sempre – al
fianco di Pisapia nel nuovo percorso: il costituzionalista Onida; il
giornalista Carlo Romano; Stefania Catallo del centro antiviolenza di
Tor Bella Monaca; Elvira Ricotta della Rete italiani senza cittadinanza;
il sindaco Coletta di Latina e di Palermo Leoluca Orlando, Alessio
Gallotta, sindacalista Cgil sul fronte della vertenza Amazon; la
presidente Arci Francesca Chiavacci; la verde Luana Zanella.
Videomessaggio dell’attore Claudio Amendola, colonna sonora, un grande
classico: Rino Gaetano , «Io ci sto».