Repubblica 27.5.17
Il governo tira dritto: voto sui voucher-bis
Presentato l’emendamento con il limite a 5000 euro, oggi il testo in Commissione
Mdp: “Così non votiamo la fiducia”
Il sostegno della Lega e le probabili assenze di Forza Italia potrebbero servire per l’approvazione
di Roberto Petrini
ROMA.
Precipita nel mare agitato dei nuovi voucher il clima politico. Dopo
una giornata piena di tensione, con epicentro nella Commissione bilancio
della Camera, il Pd ha deciso di tenere duro e di affidare a Mauro
Guerra, il relatore della manovra correttiva chiesta da Bruxelles, il
compito di presentare l’emendamento che regola il lavoro occasionale.
Obiettivo: dematerializzare i vecchi voucher cartacei e introdurre le
due piattaforme informatiche Inps, «PrestO» (così inizialmente definita
con riferimento alla Prestazione Occasionale) e «Libretto famiglia »
dove dovrebbe avvenire la «compravendita» del lavoro occasionale. La
votazione avverrà stamattina: Mdp, che ieri ha abbandonato l’aula,
voterà contro, gli orlandiani non parteciperanno, ma la Lega sembra
favorevole. Complice il sabato i ranghi potrebbero essere ridotti: dei
46 componenti della Commissione alcuni (sembra di Fi) potrebbero
lasciare i banchi vuoti. Il provvedimento resta comunque in bilico, ma
anche se passerà per 3-4 voti lo strappo politico è segnato: lo scoglio
del Senato, dove i numeri sono più stretti, resterà ad alto rischio. Il
testo è simile al dettagliato lavoro tecnico fatto da Palazzo Chigi che
mercoledì scorso, per cautela, ha rinunciato ad inserire la normativa
nel pacchetto dei 30 emendamenti alla manovrina. La nuova disciplina
consentirebbe di stabilire un rapporto di lavoro tra impresa e
dipendente di carattere nominativo, diretto, con minimo salariale e
mansioni e dunque, si sostiene nel Pd, si tratterebbe di una vera forma
di «contratto » e non una riedizione del vecchio voucher cartaceo che si
vendeva nei «Sali e tabacchi ». Tesi che tuttavia viene contestata:
bersaniani, Cgil, Sinistra italiana ma anche esponenti del Pd come
Cesare Damiano sono, con gradazioni diverse, contrari. Il vero nodo
tuttavia è politico e sembra superare anche il merito: non piace la
reintroduzione dei voucher dopo una legge che li aveva aboliti per
evitare il referendum.
Dura la linea di Mdp che sembra non
lasciare margini: «E un vulnus democratico, non c’è fiducia che tenga»,
sottolinea Roberto Speranza, mentre Sinistra Italiana parla di «presa in
giro». La tensione si scarica naturalmente nella Sala del Mappamondo
dove di riunisce la Commissione Bilancio sotto la regia di Francesco
Boccia, presidiata dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna
Finocchiaro, dal vice dell’Economia Morando e dal sottosegretario Pier
Paolo Baretta. E’ qui che si discute, tra sospensioni e tentennamenti,
per l’intera giornata, finché alla ripresa a tarda notte arriva
l’emendamento-Guerra.
Non convincono i «dissidenti » della
maggioranza neanche i nuovi paletti all’uso dell’e-voucher: il tetto di
5.000 euro introdotto per la prima volta alle imprese, il riposo
festivo, il limite dei 5 dipendenti per le aziende che vogliono
ricorrere al “PrestO” . Meno contrasti sul libretto famiglia, con titoli
di pagamento da 10 euro più contributi. Ma la situazione, a meno di
sorprese dell’ultima ora, sembra difficile da ricucire.