La Lettura del Corriere 28.5.17
Una tigre un po’ reale e un po’ no: con lei un collage di belve filmate
È
la tecnologia a dar vita sullo schermo alla toccante storia d’amicizia
tra una feroce tigre del Bengala di nome Richard Parker e il giovane Pi
Patel, costretti a condividere una piccola barca in mezzo all’oceano
dopo un naufragio. Nel film del premio Oscar Ang Lee, Vita di Pi (2012),
il ragazzo e la tigre non hanno mai condiviso il set, per questioni di
sicurezza. Il loro incontro è il frutto di un’attenta orchestrazione tra
realtà e computer grafica. Nella maggior parte delle scene la tigre che
appare con l’attore Suraj Sharma è una creazione digitale realizzata da
Rhythm & Hues, società di Bill Westenhofer specializzata in
effetti speciali (anche questi da Oscar). Ma in alcune inquadrature,
quelle in cui Richard Parker è sola sullo schermo, è proprio una tigre
vera quella che vediamo: reale è per esempio la tigre che nuota
nell’oceano. Il resto è frutto di un minuzioso lavoro di animazione
digitale che ha ricostruito l’animale a partire dall’analisi di footage
di tigri reali e di quattro animali ripresi dal vero. Così gli animatori
hanno elaborato scheletro, ossa, pelle e pelliccia. Con l’intenzione di
antropomorfizzare l’animale il meno possibile.