lunedì 29 maggio 2017

La Lettura del Corriere 28.5.17
Una tigre un po’ reale e un po’ no: con lei un collage di belve filmate

È la tecnologia a dar vita sullo schermo alla toccante storia d’amicizia tra una feroce tigre del Bengala di nome Richard Parker e il giovane Pi Patel, costretti a condividere una piccola barca in mezzo all’oceano dopo un naufragio. Nel film del premio Oscar Ang Lee, Vita di Pi (2012), il ragazzo e la tigre non hanno mai condiviso il set, per questioni di sicurezza. Il loro incontro è il frutto di un’attenta orchestrazione tra realtà e computer grafica. Nella maggior parte delle scene la tigre che appare con l’attore Suraj Sharma è una creazione digitale realizzata da Rhythm & Hues, società di Bill Westenhofer specializzata in effetti speciali (anche questi da Oscar). Ma in alcune inquadrature, quelle in cui Richard Parker è sola sullo schermo, è proprio una tigre vera quella che vediamo: reale è per esempio la tigre che nuota nell’oceano. Il resto è frutto di un minuzioso lavoro di animazione digitale che ha ricostruito l’animale a partire dall’analisi di footage di tigri reali e di quattro animali ripresi dal vero. Così gli animatori hanno elaborato scheletro, ossa, pelle e pelliccia. Con l’intenzione di antropomorfizzare l’animale il meno possibile.