giovedì 11 maggio 2017

IL PERSONAGGIO
Filosofia e finanza così è nato “l’uomo nuovo

La Repubblica, 8.5.2017
Di Tahar Ben Jelloun


Contrariamente a Valéry Giscard D'Estaing o Nicolas Sarkozy, da studente Emmanuel Macron non sognava di diventare presidente della Repubblica. Tale ambizione normalmente è coltivata fin da giovanissimi. Alcuni ci credono e riescono a realizzare il loro sogno. Altri, i più numerosi, si disperdono nell'ambiente senza che nessuno si ricordi di loro. Quello di Macron è un caso a parte. Quando l'ho conosciuto a Terra Nova non potevo immaginare che quell'uomo cortese, simpatico e colto fosse destinato alla più alta carica dello Stato. All'epoca la sua ambizione era nota: avanzare nel mestiere della finanza, pur continuando a riflettere sul modo in cui la società francese sarebbe dovuta evolvere e cambiare. Il suo passato di segretario del filosofo Paul Ricoeur gli dava qualcosa in più rispetto ai suoi compagni di studi. Era diverso. Lo vedevo spesso a casa del nostro comune amico Henry Hermand, imprenditore e uomo di sinistra vicino a Michel Rocard. È stato lui a scoprirlo quando, uscito dall'École nationale d'administration, faceva uno stage in una prefettura della Francia centrale. Henry Hermand ha individuato in lui l'uomo nuovo e ambizioso e non lo ha più lasciato. É stato suo testimone di nozze, gli ha prestato dei soldi per comprare casa a Parigi e Macron glieli ha restituiti un po' per volta. Un giorno chiesi a Emmanuel se avesse dei figli. Henry si arrabbiò e mi disse: «Lo stai prendendo in giro?». Io non sapevo che avesse sposato la sua professoressa di francese, più vecchia di lui di 25 anni! Emmanuel non fece commenti e ho capito che non era opportuno scherzare con lui su quell'argomento. Emmanuel accenna spesso alla nonna che lo ha cresciuto. I suoi genitori, medici, il padre un grande neurologo, li cita raramente. La nonna gli ha insegnato il rigore, il lavoro ben fatto, la costanza nel perseguire gli obiettivi, l'amore per la lingua. Il passaggio alla banca Rothschild gli ha dato una formazione e un'esperienza che più tardi gli sono serviti. Nel contempo è quello che i suoi oppositori gli rimproverano più spesso. Ma lui, diversamente da François Hollande, non considera «la finanza come una nemica». Al contrario, la cita a esempio. Questo è il suo lato "di destra". D'altra parte non dimentica la filosofia di Paul Ricoeur, basata su un umanismo e un personalismo progressista, e questo è il suo lato "di sinistra". Terra Nova, l'associazione di ispirazione socialista, finanziata anche da Henry Hermand, gli ha dato qualche arma di sinistra per parlare del sociale. Tuttavia, Macron è realista e quando, da ministro dell'Economia, ha proposto la sua legge sul lavoro, voleva riformare e stravolgere il sistema sociologico del lavoro. Lui diceva di volerlo rinnovare, sapendo che avrebbe dovuto fronteggiare l'opposizione dei sindacati e dei partiti di destra e di sinistra. Henry Hermand ha lavorato con lui sulla nozione di "socialismo liberale e progressista". È un modo di essere di sinistra pur conservando il realismo del capitalismo. Ricordo una discussione sul paradosso dei sindacati che, con il 7% dei lavoratori sindacalizzati, riescono a bloccare un intero paese. Il peso dei sindacati non è proporzionato ai numeri. Anche in questo caso Macron invocava una riforma del sistema sindacale e una revisione del costo del lavoro in Francia. Il rapporto con il suo "mentore" ha attraversato delle eclissi. Pian piano si è allontanato da Hermand, che a 92 anni si è ammalato. Essendo molto amico di Hermand, nell'ottobre 2016 andavo spesso a trovarlo in ospedale. Malgrado le difficoltà respiratorie e i dolori, Henry non mi parlava che di Macron e di quanto avrebbe aspettato prima di decidersi ad andarlo a trovare. Finalmente un martedì Macron arrivò e il sabato successivo Henry morì. Ci siamo rivisti al suo funerale. Abbiamo fatto l'elogio funebre di Hermand un po' per ciascuno. È stato commovente. Emmanuel seppelliva il padre spirituale che lo aveva scoperto quando aveva appena ventidue anni. Emmanuel Macron è una stella che continua a sorprendere, anche se le vere difficoltà cominceranno da questa settimana. Dovrà garantire una grande libertà e una vera giustizia sociale. Non sarà facile, tanto più che non è sicuro di avere una maggioranza parlamentare per governare. (Traduzione di Elda Volterrani) ©RIPRODUZIONE RISERVATA