Il Fatto 27.5.17
“Recalcati? La psicanalisi al servizio di Renzi”
L’allievo di Lacan contro il collega: “Non possiamo avere etichette politiche”
di Ferruccio Sansa
“No,
uno psicoanalista come Massimo Recalcati non può mettere il suo sapere
al servizio di un partito politico. Non può utilizzare le tecniche della
sua scienza per attrarre i giovani. E poi in una scuola intitolata a
Pier Paolo Pasolini… è troppo!”. Parla Jacques-Alain Miller, uno dei più
noti psicoanalisti viventi. Alunno e curatore testamentario del maestro
Jacques Lacan. Miller è arrivato a Torino per partecipare al convegno
nazionale della scuola lacaniana. Ma nei corridoi dell’università oltre
che di psicoanalisi si parla di politica nostrana. È scoppiato il caso
Recalcati: studioso italiano di Lacan chiamato da Matteo Renzi a
lanciare la scuola di partito del Pd. La polemica apparentemente tutta
italiana è approdata all’estero, a cominciare da Parigi. I giornali e i
siti degli studiosi di Lacan ospitano articoli e dibattiti.
Professor Miller, lei non è stato molto tenero con il suo collega…
C’è
qualcosa di Renzi che mi ricorda Alessandra, la zarina di Russia sposa
di Nicola II, che per far guarire suo figlio malato di emofilia si
affidò a Rasputin. Ma il segretario Pd ha migliori possibilità di
successo: Rasputin era un grande seduttore oltre che un ladro. Mentre
Recalcati non ruba.
Lei ha scritto anche di peggio sul giornale “Lacan Quotidien” diffuso tra gli psicoanalisti di mezzo mondo…
Mi
sono chiesto se Recalcati è Faust e Renzi il diavolo. No, Renzi è un
uomo politico di talento che prende il nuovo dal lato della
psicoanalisi. La “canaglia”, detto con ironia, è Recalcati.
Parliamo di uno degli psicoanalisti più noti d’Italia…
Chi fa il nostro lavoro non deve avere etichette politiche addosso.
Chi difende Recalcati ricorda che anche voi siete scesi in campo alle ultime presidenziali francesi. È vero?
Certo.
Abbiamo ritenuto che fosse un dovere schierarsi contro la proposta del
Front National in un momento in cui in Francia nessuno sollevava la
questione dell’identità e del passato di questa forza politica. Ma se
avesse vinto Marine Le Pen avrebbe significato l’isolamento della
Francia in Europa, un disastro per l’economia. Il rischio di una
dittatura. Noi abbiamo deciso di parlare per raccogliere un fronte
repubblicano. Senza un partito, senza un’etichetta.
Qual è invece la colpa di Recalcati?
Mettersi
al servizio di un partito. Noi non abbiamo bisogno di politici,
dobbiamo dare una vita nuova agli ideali democratici. E anche
all’insegnamento di Lacan. Schierarsi in politica può creare invece un
danno.
Lei ha usato la parola scandalo…
Sì, per noi è uno scandalo. Non possiamo accettarlo. Non possumus.