venerdì 9 dicembre 2016

Il Fatto 9.12.16
Pisapia, la sinistra e l’azionista: un equivoco
di  Marco Palombi

Cantava Gaber, parlando dei Radicali: “La parola compagno non so chi te l’ha data, ma in fondo ti sta bene: tanto ormai è squalificata”. Ecco, la parola sinistra sta più o meno così e pure peggio visto che non s’è mai capito bene che vuol dire: Marx è di sinistra? O il liberismo, come dicono Giavazzi e Alesina? Ora l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia avvocato assai ben nato e ancor meglio invecchiato essendo marxista, liberista e chissà cos’altro, si propone di rifare la sinistra. Ha anche trovato il terreno: a snistra del Pd, ma non troppo, tipo una dépendance. Il nostro ha pure il nome: non Pd2, che fa troppo Milano2 o P2, ma “Campo progressista”, una via di mezzo tra Baden Powell e Eichmann. Assai interessato al progetto è l’amico ed ex cliente di Pisapia, Carlo De Benedetti, detto l’Ingegnere perché l’Avvocato era già preso, patron del Gruppo Espresso, fu tessera n. 1 del Pd. L’annuncio della prossima stampella di sinistra del Pd renziano (ma solo se promette di lasciare le amanti, Alfano e Verdini) è avvenuto ovviamente su Repubblica, quotidiano che si voleva incubatore del “Partito azionista di massa” e, in attesa della massa, s’accontenta dell’azionista. Grande interesse e qualche critica al compagno Pisapia: certi, tipo Vendola o altri ancora meno rilevanti, la dépendance a sinistra del Pd la vogliono fare, ma solo se l’amministratore del condominio lo nominano Bersani o Prodi. È questo il problema quando le parole non significano più niente: uno pensa di fare un condominio e invece sta facendo l’ennesima cazzata