mercoledì 12 ottobre 2016

La Stampa 12.10.16
Maternità surrogata, Strasburgo dice no
Il Consiglio d’Europa boccia la proposta di regolamentare l’utero in affitto anche non a scopo di lucro
di Emanuele Bonini

Niente maternità surrogata. Il Consiglio d’Europa dice «no» alla possibilità di diventare genitore anche a chi non riesce a portare a termine una gravidanza, grazie ad una donna che accetta di affrontare gestazione e parto per conto di altri. L’organismo di Strasburgo ha bocciato il primo rapporto dell’assemblea parlamentare che conteneva aperture in materia. Il voto, di per se, non è vincolante, ma riaccende il dibattito anche in Italia dove la questione è particolarmente «sensibile». La questione dell’utero in affitto, infatti, divide le coscienze prima ancora che i partiti politici, soprattutto in Italia anche se, al momento del voto, c’è stata una vasta convergenza bipartisan sul no.
Contro il rapporto che chiedeva al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa di introdurre linee guida per proteggere i diritti dei bambini nati da accordi di maternità surrogata si sono espressi i membri della delegazione italiana a Strasburgo. Una posizione espressa da Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Pd, Democrazia solidale-Centro Democratico e la senatrice Gambaro del gruppo Misto. A dimostrazione della delicatezza della materia non c’è solo la convergenza tra rappresentanti di schieramenti diversi, ma la spaccatura del Consiglio d’Europa: 83 i voti contrari, 77 quelli a favore e 7 astensioni, a riprova della profonda divisione in due.
Il voto torna a infiammare il dibattito italiano. Esulta il presidente dei deputati di Area popolare, Maurizio Lupi. «Spero che questa decisione aiuti la presa di coscienza della assoluta negatività di questa pratica lesiva della dignità della madre e anche del figlio, e apra la strada alla dichiarazione dell’utero in affitto come reato universale». Esulta anche Eleonora Cimbro, deputata Pd al Consiglio d’Europa, per la quale «si sancisce di fatto la fine di questo tentativo di sdoganare la maternità surrogata». Critiche feroci arrivano invece da Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni (vicina ai radicali): «Chi esulta di questo voto non si rende conto che questa decisione va a vantaggio dei fenomeni di sfruttamento».
Attualmente in Europa solo in Austria, Finlandia e Spagna non c’è un divieto esplicito alla maternità surrogata, pratica oggetto di regolamentazione in Estonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Repubblica Ceca e Romania. L’Italia rimane tra i Paesi con regime di divieto assoluto (assieme a Francia e Germania, tra gli altri), e il pronunciamento del Consiglio d’Europa rischia adesso di diventare la pietra tombale su ogni aspirazione di concessioni, sia pur timide, nell’ordinamento nazionale per arrivare almeno nel gruppo di quegli Stati che permettono la maternità surrogata a fine altruistico ma non commerciale.