Il Sole 1.6.16
Nato, l’Europa aumenta le spese militari
Le tensioni con la Russia e la crisi dei migranti hanno spinto i Paesi membri dell’Alleanza atlantica a incrementare (dopo dieci anni) i budget per la difesa
di Luca Veronese
La spesa militare dei Paesi europei che fanno parte della Nato aumenterà quest’anno per la prima volta dopo quasi un decennio. Le tensioni con la Russia di Vladimir Putin e la crisi dei migranti - ha affermato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg - creano problemi di sicurezza in tutto il continente. «Le previsioni per il 2016, sulla base dei dati preliminari, mostrano per la prima volta, dopo molti, molti anni, un incremento delle spese tra i Paesi europei», ha affermato Stoltenberg. Una svolta ancora più significativa secondo il segretario generale della Nato, in vista del vertice che si terrà a luglio in Polonia per decidere il rafforzamento della presenza militare ai confini con la Russia.
Nel 2015 gli alleati europei nella Nato hanno speso per la difesa 253 miliardi di dollari contro i 618 miliardi spesi dagli Stati Uniti. Per rispettare l’accordo che prevede una spesa minima pari al 2% del Pil, i Paesi europei dovrebbero aumentare di 100 miliardi il loro budget militare annuale oggi fermo all’1,43% del prodotto interno lordo.
Il contributo complessivo dell’Europa al budget della Nato è sceso costantemente a partire dal 2008 quando raggiungeva l’1,7% del Pil per un valore di 288 miliardi di dollari. Ma il trend di lungo periodo era già evidente rispetto agli anni Ottanta quando - in piena Guerra Fredda - la spesa militare europea superava il 3% del Pil.
I Paesi baltici e la Polonia hanno già annunciato ufficialmente l’inversione di tendenza: il budget della Lettonia aumenterà del 60% nel corso del 2016; quello della Lituania del 35% e quello dell’Estonia del 9 per cento. La Polonia guidata dalla destra ultraconsevatrice di Jaroslaw Kaczynski, ha previsto un incremento delle spese militari del 9 per cento nel 2016.
Anche la spesa militare del Regno Unito crescerà per allinearsi al limite minimo del 2% del Pil ma il voto sulla permanenza nell’Unione potrebbe indebolire la Nato. Mentre il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump ha già fatto sapere di considerare la Nato «troppo costosa e obsoleta» accusando i Paesi europei di «aver approfittato troppo a lungo della generosità americana».
Stoltenberg si è mostrato soddisfatto dell’aumento del budget della Nato. Ma i difficili rapporti con la Russia preoccupano l’Europa: il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sta preparando un incontro con Vladimir Putin a San Pietroburgo entro giugno, mentre la Nato sembra già avere superato la fase diplomatica. Stoltenberg, tre giorni fa a Varsavia, ha assicurato che «ulteriori truppe della Nato saranno dispiegate in Polonia per proteggere i Paesi dell’Est che si sentono minacciati e per inviare un chiaro segnale alla Russia: un attacco contro la Polonia sarà considerato un attacco contro l’intera Alleanza».
Riunita a Tirana, in Albania, lunedì scorso, l’Assemblea parlamentare della Nato ha invitato gli alleati a prepararsi a una risposta alla «potenziale minaccia» della Russia nei confronti di uno dei Paesi membri. La Nato ha sospeso ogni cooperazione con Mosca dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, e a seguito del sostegno russo ai separatisti dell’Est Ucraina: sono tuttavia in programma dei colloqui Nato-Russia all’inizio di luglio, prima del summit in Polonia.