il manifesto 20.4.16
Assunzioni in calo, è il bluff del Jobs Act
I
dati Inps. In febbraio -33% di contratti a tempo indeterminato, come
già era avvenuto in gennaio: si conferma il crollo dopo il taglio degli
incentivi
Prosegue la crescita esponenziale dei voucher: +45% nel primo bimestre 2016
di Antonio Sciotto
Edizione del
Il
taglio degli incentivi scattato a gennaio ha svelato la propaganda del
Jobs Act, e cioè che a creare lavoro, l’anno scorso, era stata la ricca
decontribuzione assicurata alle imprese, e non la cancellazione
dell’articolo 18: i dati pubblicati ieri dall’Osservatorio sul
precariato Inps lo hanno confermato, registrando un – 12% rispetto allo
stesso periodo dell’anno scorso. Dato che ricalca quello (un po’ più
alto) segnato già in gennaio (-17%). E intanto – come se non bastasse –
prosegue senza sosta la crescita esponenziale dei voucher, i ticket del
lavoro usa & getta che dietro un’apparenza di legalità
nascondono purtroppo tanti abusi: nel primo bimestre dell’anno
l’incremento è stato di ben il 45% rispetto allo stesso periodo del
2015.
Mentre per chi assumeva nel 2015 era assicurato uno sconto
per neoassunto fino a 8.060 euro annui per tre anni, l’Inps ricorda che
da gennaio di quest’anno «la misura dell’agevolazione prevede
l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di
lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40%», e cioè «entro il
limite annuo di 3.250 euro», e soltanto «per un biennio».
Un calo
netto, che ha determinato una minore propensione delle imprese ad
assumere, ed ecco infatti i risultati: «Complessivamente – spiega l’Inps
– le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) a febbraio 2016
sono risultate 341.000, con un calo di 48.000 unità (–12%) sul febbraio
2015; a gennaio il calo era risultato del 17%. Questo rallentamento ha
coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: –46.000,
pari a -33% sul febbraio 2015 (a gennaio la contrazione sul
corrispondente mese 2015 era stata pari a -34%)». (Abbiamo riportato i
neretti utilizzati dallo stesso istituto di previdenza, ndr).
Il
trend delle assunzioni a tempo indeterminato è chiarissimo e non
perdona: -34% in gennaio, e -33% in febbraio, cioè un terzo in meno
rispetto a quelle registrate l’anno scorso.
Frenano pesantemente
anche le trasformazioni da contratti precari a tempo indeterminato (a
tutele crescenti, va precisato): «Il flusso di trasformazioni a tempo
indeterminato è in forte contrazione (-50%)», registra l’Inps.
Lo
stesso istituto, però, segnala anche una “attenuante”, presa a
giustificazione poi dallo stesso ministero del Lavoro: i contratti in
gennaio e febbraio sarebbero stati meno, a causa di un «effetto traino»
dal dicembre 2015, ultimo mese in cui si poteva usufruire della
decontribuzione più ricca, e che ha visto quindi una sorta di “corsa ad
assumere”: «In quel mese – appunto dicembre 2015 – si sono registrati
quasi 400 mila rapporti di lavoro instaurati – attivati o trasformati –
con esonero contributivo, pari a quasi quattro volte la media degli 11
mesi precedenti (107 mila)».
Come già detto, prosegue il boom dei
“buoni lavoro”: «Nel primo bimestre 2016 – dice l’Inps – sono stati
venduti 19,6 milioni di voucher, del valore nominale di 10 euro, con un
incremento, rispetto al primo bimestre 2015, pari al + 45%».
Il
saldo annualizzato dei contratti (la differenza tra assunzioni e
cessazioni nell’ultimo anno) «a febbraio risulta positivo (+529 mila) ma
inferiore rispetto al valore massimo registrato a dicembre (+605 mila) –
dice l’Inps – Ciò vale in particolare per i contratti a tempo
indeterminato, il cui saldo annuo a dicembre 2015 risultava pari a +911
mila e a febbraio 2016 risulta pari a +805 mila».
Il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti, cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno:
«Era prevedibile – dice in una nota – che il boom dei contratti a tempo
indeterminato a dicembre 2015 assorbisse assunzioni normalmente previste
per i mesi successivi». Si è di fronte a «un vantaggio anche per i
lavoratori che hanno visto così anticipata la loro assunzione con un
contratto a tempo indeterminato». «L’effetto positivo determinato sul
mercato del lavoro dalle nuove regole introdotte dal Jobs Act e dalla
decontribuzione è confermato anche dall’aggiornamento dei dati relativi
all’intero 2015, che indicano un forte aumento dei contratti a tempo
indeterminato (+ 911 mila) rispetto al 2014». Ma come abbiamo visto dai
precedenti dati Inps la dinamica in febbraio è scesa a +805 mila.