Corriere 14.3.16
Fassina: a Roma Marino in corsa? Serve trasparenza
di Maria Rosaria Spadaccino
ROMA
Rimpianto per il diniego di Massimo Bray a partecipare alle primarie
della sinistra per il candidato sindaco. Minor calore per Ignazio
Marino. Con questo stato d’animo ieri Stefano Fassina, candidato sindaco
per «Sinistra Italiana», accoglie la decisione (irrevocabile) dell’ex
ministro del governo Letta di non scendere in campo. Non partecipando a
quelle primarie della sinistra auspicate da Fassina, da esponenti romani
di Sel come Gianluca Peciola e Massimiliano Smeriglio, a cui potrebbe
correre ora l’ex sindaco Marino.
Ieri Fassina da una parte twitta:
«Massimo Bray è una risorsa preziosa per Roma. Spero ci aiuti comunque
nella sfida per il governo di ricostruzione morale ed economica della
Capitale». Dall’altra dice: «La riflessione sul nostro progetto politico
da parte di Bray e Marino nelle ultime settimane sottolinea la sua
capacità attrattiva e la sua validità».
Non sembra però più facile
ora la via delle primarie per individuare un candidato sindaco
alternativo a Roberto Giachetti (Pd), che incarni le istanze politiche e
culturali di una sinistra che sembra aver smarrito i punti di
riferimento principali.
La chiave è tutta nel cuore della
motivazione usata dallo stesso Bray nel declinare — con un post su
Facebook — l’offerta: «Non voglio essere ulteriore elemento di
divisione».
Bray la invoca come nobile motivazione di diniego. E
in qualche modo evoca un fantasma che Fassina sta tentando di tenere
lontano.
«Sono tante — spiega — le persone che dopo il brutto
spettacolo offerto dalle primarie del centro sinistra stanno guardando a
noi con interesse. C’è una rottura profonda che bisogna risanare, c’è
gente di centrosinistra che ha rotto per sempre con il Pd e ci sta
osservando con interesse».
Fassina vuole le primarie della
Sinistra e porta, per ora, a casa il risultato di aver resistito a chi
lo spingeva a partecipare a quelle realizzate dal Pd e che hanno visto
la vittoria del vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti.
«Se
avessi ascoltato quella parte di Sel che mi invitava a partecipare alle
primarie del Pd — spiega Fassina — ora il nostro progetto sarebbe
morto, cancellato. Invece in questo momento è più vitale di prima».
Lui stesso sarebbe «morto politicamente». Fassina glissa decisamente sulla condivisione delle primarie con Ignazio Marino.
«Bisogna
mettere in campo una consultazione democratica e trasparente. Noi siamo
una comunità in una fase costituente, ma siamo anche gli unici ad aver
già offerto un programma completo sulla città. Tra i primi nostri
obiettivi c’è la ristrutturazione del debito capitolino, ripartendo
dall’addizionale Irpef».
Certo ora c’è anche la variabile tempo: «Bisogna trovare al più presto una condivisione sul programma» .