Repubblica 2.2.16
Slitta l’inchiesta tv sul sesso. Iacona protesta
In seconda serata Presadiretta dedicata al bullismo e ai suicidi dei giovani. il giornalista: “troppa prudenza”
di Silvia Fumarola
ROMA
 «PER favore non scriva che abbiamo censurato l’educazione sessuale a 
Presadiretta, perché la censura non c’entra proprio niente. Ci siamo 
posti il problema se mandare in onda in fascia protetta temi delicati 
come il bullismo e i suicidi degli adolescenti, e abbiamo chiesto di 
posticipare di mezz’ora l’inchiesta, per rispettare la legge». Il 
direttore di RaiTre Andrea Vianello non ci sta a passare per censore. Ma
 Presadiretta diventa un caso. Domenica scorsa il programma di inchieste
 di Riccardo Iacona, su RaiTre, proponeva il reportage “Il tabù del 
sesso”. La trasmissione, prevista alle 21.45, è partita alle 22 ma 
l’inchiesta sul sesso è andata in onda alle 22.30, fuori dalla fascia 
protetta (preceduta dall’inchiesta sull’acqua). È stato lo stesso Iacona
 ad annunciarlo a Che tempo che fa, e poi in apertura della sua 
trasmissione: «La Rai, per rispettare la fascia protetta, mi ha chiesto 
di posticipare il bellissimo racconto di Giulia Bosetti. Una decisione 
che non condivido perché a mio modestissimo parere questo è un reportage
 che andrebbe visto da tutti, genitori e figli insieme, talmente è 
pedagogico. Giudicherete voi. Ma è una decisione che devo rispettare».
I
 social si scatenano, la decisione di Viale Mazzini provoca la critica 
di Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione di vigilanza 
Rai: «Ha il sapore dell’oscurantismo e dell’ipocrisia. I temi del 
cyber-bullismo e dell’educazione sessuale sono fondamentali per la 
crescita civile e culturale di una società ed è apprezzabile che il 
servizio pubblico se ne occupi. E Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) 
chiede di portare il caso in vigilanza. Lo spostamento di orario per 
Iacona «è stato un eccesso di cautela, una preoccupazione esagerata da 
parte della Rai. Non ero d’accordo, dopo di che sono un soldato, se la 
Rai mi dice di fare una cosa, io la faccio. Ma in questo caso non c’era 
niente di morboso, facciamo il nostro lavoro con serietà e passione, 
come quando abbiamo affrontato il tema delle famiglie arcobaleno, o 
delle baby prostitute. Raccontiamo la società. In certi casi si rischia 
il bigottismo, però ci tengo anche a sottolineare che la Rai ha mandato 
in onda l’inchiesta sul bullismo e il sesso tutta intera, non è stato 
tagliato anche un fotogramma, non c’è stata nessuna censura. I ragazzi 
l’hanno vista tutti fino alle undici e mezza di sera». Iacona era stato 
ospite anche al Tg3 per parlare della puntata, premiata da oltre un 
milione mezzo di spettatori.
Il problema della fascia protetta era
 nato già dal venerdì pomeriggio, quando chi aveva visionato 
Presadiretta, si era posto lo scrupolo se mettere la farfallina rossa 
che avvisa gli spettatori in caso di temi sensibili. «Come padre di tre 
figli certi problemi me li pongo. Non so come un ragazzo, che magari è 
solo in casa, possa essere influenzato» dice Vianello «la Rai deve 
rispettare le regole. Abbiamo pensato alla farfallina rossa, ma era 
insensato per un programma di informazione, il giornalismo col bollino 
non si tiene. Iacona fa un ottimo lavoro, e non credo che quei minuti di
 ritardo - come dimostrano gli ascolti - abbiano danneggiato 
l’inchiesta.
 
