Il Sole 2.2.16
L’Italia piace ai mega-yacht
Nel 2015 gli approdi sono aumentati del 3%, attese positive per il 2016
di Raoul de Forcade
Sono
cresciuti del 3% circa gli attracchi in Italia di grandi yacht (dai 35
metri in su) nel corso del 2015. Un primo bilancio dell’anno appena
terminato arriva da Giovanni Gasparini, presidente di Federagenti Yacht
(l’associazione che raggruppa gli agenti marittimi del diporto), ed è da
leggere insieme al dato sulla cantieristica rilevato dall’ufficio studi
di Ucina, la Confindustria nautica, e che mostra un +10% di ricavi.
A
sottolineare questo risultato è la leader dell’associazione, Carla
Demaria: «Per la chiusura del 2015, le ultime stime sulla cantieristica
prospettano un +10% circa di fatturato sull’anno precedente. E per il
2016, nonostante il perdurare delle difficoltà in alcuni mercati, come
Sud America e Cina, i risultati di crescita dovrebbero essere
confermati, grazie ai mercati storici internazionali di Europa e Nord
America, di gran lunga i più importanti, per i quali il sentiment rimane
positivo».
Insomma, il 2015 si è confermato, come era negli
auspici, un anno di ripresa della nautica e il 2016 potrebbe continuare
il trend con un ulteriore +2-3% di attracchi, anche se si prospetta
qualche nuvola all’orizzonte.
Gasparini spiega che «le valutazioni
pre-consuntive del traffico grandi yacht per la stagione 2015 mostrano,
rispetto all’anno precedente, un incremento ulteriore rispetto alla
crescita già registrata il 2014 sul 2013». Secondo l’analisi di
Federagenti, le toccate del 2014, pari a 6.350, erano state superiori a
quelle del 2013 (6.180) del 3%. La stima per il 2015 è di un ulteriore
3% circa, che porterebbe a un aumento delle toccate, nel biennio
2014-2015, intorno al 6%».
Questa crescita «sembra confermare –
afferma Gasparini - l’inversione di tendenza rispetto al biennio “buio”
2012-2013 dove le toccate, per quanto riguarda in particolare il 2013,
erano scese addirittura a valori inferiori a quelli del 2009 (6.200 )».
Fra
i fattori positivi all’origine di questa crescita, secondo il
presidente di Federagenti, «figurano la riduzione dei controlli in mare e
una maggiore sensibilità delle autorità, alcuni provvedimenti fiscali
positivi che rendono più competitivo il Paese, la crescita della
professionalità degli operatori italiani nonché il quasi totale
azzeramento della domanda di turismo nautico sulle coste Sud
mediterranee/nord africane. E poi un maggior accreditamento della nostra
cantieristica del refit & repair».
Altri due elementi,
secondo Gasparini, sono stati poi determinanti, nel corso del 2015. «Il
fatto che il tempo sia stato ottimo - afferma – ha contribuito a far
girare le barche. E poi sull’aumento degli attracchi in Italia ha
influito la mossa dell’Ue che ha costretto la Francia ad applicare, per
l’Iva sui contratti di charter, una normativa in linea con quella dei
Paesi membri e più restrittiva rispetto a quella fino ad allora
applicata sul suolo francese. Sono, quindi, cadute le motivazioni che
tenevano legati molti diportisti agli scali della Francia».
Per
quanto riguarda il 2016, invece, Gasparini rileva che «ci sono
preoccupazioni legate alla situazione geopolitica del Mediterraneo.
Anche se l’Italia dovrebbe avere una certa tranquillità sotto il profilo
dei porti turistici perché Liguria, Toscana, Campania e Sardegna sono
abbastanza protette rispetto alla Libia. Esiste, però, il rischio che un
certo tipo di clienti che sono soliti viaggiare sui nostri mari, come
statunitensi o messicani, lasci le barche ai Caraibi, rinunciando a
spostarsi nel Mediterraneo. Detto questo, mi aspetto lo stesso un
aumento delle toccate quest’anno, vista la tendenza degli ultimi 24
mesi. Secondo me, a meno di problemi al momento non prevedibili, ci
potrà essere una crescita di un ulteriore 2-3%».