giovedì 7 gennaio 2016

Repubblica 7.1.16
Su Rai Tre
Ammaniti racconta il bello della “quarta età”
di Silvia Fumarola


ROMA Lo ha spinto la curiosità e l’idea, dopo essersi occupato da sempre di adolescenti, che «le trasformazioni non avvengano solo nei primi anni di vita, ma anche nella cosiddetta “quarta età” dopo i 90 anni: c’è un decadimento, una vicinanza alla morte, ma è anche una fase in cui si può trovare una nuova creatività ». Lo psichiatra Massimo Ammaniti debutta il 10 gennaio su RaiTre alle 9.45 con La quarta età.
Ha incontrato dieci splendidi novantenni, mezz’ora di riflessioni a ruota libera con Andrea Camilleri, Raffaele La Capria, Alfredo Reichlin, Giovanni Sartori, Bonaria Manca, Licia Borrelli Vlad, l’editorialista di Repubblica Mario Pirani, (scomparso lo scorso aprile), Giorgio Albertazzi, Angela Bianchini e il grande sceneggiatore Enrico Medioli. Vince la creatività sulla malinconia, il coraggio sulla rassegnazione.
«Mi hanno ispirato due persone» racconta Ammaniti «un grande amico americano, il professor Jerome Bruner, che ha 100 anni e fino ai 98 ha insegnato alla New York University, e Rita Levi Montalcini che a cento anni ha parlato per un’ora con una delegazione cinese che voleva comprare un suo brevetto. “Il brevetto ci interessa” fu la risposta “ma ci interessa di più sapere cosa prende lei per continuare a funzionare come funziona”». Parla di persone fuori dal comune. «Questi novantenni sono il nostro patrimonio e rappresentano gli antesignani di quello che sarà il futuro: oggi un bambino ha un’aspettativa media di vita di 140 anni». Gli intervistati parlano del desiderio che ha indirizzato le loro vite, del senso del tempo,di amicizia, amore, e della paura della morte. Però emerge la spinta a essere creativi. «Continuano a fare progetti, scrivono,come Camilleri», spiega lo psichiatra «La Capria mi ha spiegato come per tutta la vita abbia ricercato se stesso attraverso gli altri, Albertazzi quanto abbia contato la bellezza. Pirani ricorda l’esperienza in ospedale, come sono trattati i vecchi. Una denuncia forte». Tutti incontri ricchi, sotto il profilo umano. «Bonaria Manca me l’ha indicata mio figlio Niccolò», rivela Ammaniti «Voleva fare la pastora ma in Sardegna era un lavoro maschile, quando si è trasferita si è potuta occupare delle pecore seguendole in motocicletta. A 60 anni ha sviluppato la creatività, dipinge: vive a Tuscania in una casa affrescata da lei». Che ha capito della vecchiaia? «È diverso diventare vecchi e invecchiare affrontando attivamente il declino della propria vita. Oliver Sacks ha scritto un articolo bellissimo su questo, in cui torna allo Shabbat, il giorno del riposo, “il settimo giorno della settimana e forse il settimo della nostra vita, quando possiamo sentire di aver fatto il nostro lavoro e di potere riposare”». In una società che non ammette imperfezione, La quarta età va controcorrente. «Proprio perché si parla tanto di rottamazione» dice con ironia Ammaniti «ricordo che siamo dotati di apprendimento evoluto, c’è una trasmissione del sapere attraverso le generazioni: le vecchie trasmettono alle nuove la cultura e anche il modo di affrontare la vita. Altro che il Pil. Disperdere questo patrimonio è un delitto, i vecchi sono la nostra ricchezza».