giovedì 7 gennaio 2016

Corriere 7.1.16
Cresce il Pd, si svuota Sc. E il M5S «dona» a tutti
di R. B.


L’ ultimo è stato, a dicembre, il deputato messinese Francantonio Genovese: è passato dal Pd a Forza Italia (la sua seguace, Maria Tindara Gullo, l’ha invece preceduto di pochi giorni). Con lui sono 226. Sono tanti i parlamentari che — quando è trascorsa poco più di metà legislatura — hanno cambiato formazione di appartenenza in Parlamento. Quasi uno su quattro: 121 a Montecitorio; 105 a Palazzo Madama. In questo conteggio rientrano solo i movimenti squisitamente politici, non sono stati tenuti in considerazione alcuni passaggi formali nel gruppo Misto e altri casi particolari (ad esempio: alcuni eletti «in quota», come quelli di Grande Sud-Mpa che, votati nelle liste del Pdl, si sono iscritti subito a Gal; o i senatori a vita nel gruppo delle Autonomie). Alcuni parlamentari, poi, hanno cambiato più di una casacca. Luigi Compagna, ad esempio, si è spostato 5 volte: eletto con il Pdl, ha poi cominciato a fare avanti e indietro tra Gal e Ncd. Openpolis ha calcolato — considerando tutti i cambi di gruppo, e sono 321 — che questa legislatura viaggia al ritmo di 10 spostamenti da una sigla all’altra al mese (contro la media di 4 di quella scorsa). Così l’emiciclo che si può osservare oggi è ben diverso da quello di marzo 2013. Il centrodestra è andato frammentandosi: dopo la scissione di novembre 2013, Forza Italia e Ncd hanno continuato a dividersi (con le uscite di Fitto e Verdini, da un lato, di Quagliariello dall’altro). Adesso i quasi 200 parlamentari eletti sotto il simbolo del Pdl sono sparsi tra cinque sigle (FI, Ap, Ala, Cr, Gal). Il Pd, principale partito di governo, ha attirato tra le sue file elementi di altri schieramenti: magnetismo favorito dalle divisioni del centro e della sinistra. Sono 23 oggi i deputati nel gruppo di Scelta civica, che al Senato non esiste più: la coalizione guidata da Mario Monti alle Politiche aveva eletto 66 parlamentari. Dove sono finiti? Diversi, incluso il grosso dell’Udc, è dentro Area popolare con Alfano, qualcuno nel gruppo Per l’Italia, una decina con il Pd. Partito che mostra un saldo in attivo tra entrate e uscite: 400 i seggi conquistati alle Politiche 2013, 412 i parlamentari tra Camera e Senato oggi. Crescendo il Pd ha cambiato anche fisionomia: oltre agli ex montiani, tra i banchi dem è arrivata anche una decina di deputati da Sel guidati dall’ex capogruppo Migliore; altrettanti, invece, hanno lasciato il Pd per dar vita a Sinistra italiana, insieme a Sel, o a Possibile, con ex Cinque Stelle. Il Movimento merita un discorso a parte. È il gruppo «zero negativo» del Parlamento: ha dato praticamente a tutti, da sinistra al destra, da Sel a Gal, passando da Scelta civica, Ap e Pd; e, naturalmente, non riceve da nessun altro. Tra espulsioni e fuoriusciti, la truppa si è assottigliata: da 163 seggi conquistati ai 127 parlamentari odierni.