mercoledì 9 dicembre 2015

Repubblica 9.12.15
E alla fine arrivò l’ordine agli agenti “Controlli più veloci, la piazza è vuota”
di Mauro Favale


Il prefetto Gabrielli “Nessun flop di presenze il picco sarà a Pasqua Il piano ha funzionato e l’allerta resta massima

ROMA Alle 9.20 le radio degli agenti all’ingresso della piazza, sullo slargo che si apre al termine di via della Conciliazione, gracchiano: «Più veloci, più veloci — si sente — aprite altri varchi». Mancano dieci minuti all’inizio del Giubileo e piazza San Pietro è piena a metà. Certo non un bel colpo d’occhio per le riprese in mondovisione del grande evento voluto da Papa Francesco.
Mentre la maggior parte dei pellegrini ordinatamente in fila viene controllata coi metal detector installati sotto al colonnato del Bernini, chi per caso si trova davanti ai nuovi ingressi appena aperti entra in piazza con una semplice perquisizione: le mani dei poliziotti tastano le tasche dei cappotti, gli occhi scrutano all’interno di borse e zaini e via. Al massimo si sequestrano un paio di borracce e due termos, depositati in due cestini lì di fianco. Passano così alcune decine di pellegrini, prima che arrivino i metal detector portatili e si stringano di nuovo le maglie dei controlli.
È quello l’unico momento in cui si allenta la macchina della sicurezza messa in campo per l’overture dell’Anno Santo. Questione di minuti che danno il senso, più che altro, dell’unico punto di cui si ragiona ancora a fine giornata: le presenze in piazza, nettamente più basse rispetto alle previsioni. Colpa del ponte dell’8 dicembre che, ricorda anche il prefetto Franco Gabrielli, «tradizionalmente svuota la città». Ma soprattutto dell’effetto- Parigi, degli attentati del Venerdì 13 e di quell’allarme diffuso che si sono portati dietro in tutta Europa.
Sta di fatto che, alla fine, il conteggio ufficiale dice 50mila persone. In realtà, forse an- che qualcuna di meno. Eppure per tutto il giorno, tra piazza San Pietro, piazza di Spagna per la cerimonia dell’Immacolata e la Basilica di Santa Maria Maggiore per la messa del pomeriggio, la città, compreso il suo fiume e i suoi cieli, si blinda: 3.300 le forze dell’ordine schierate per un evento classificato al massimo livello di rischio. Nei dintorni del Vaticano e in mezzo ai pellegrini c’è di tutto: non solo polizia e carabinieri ma anche vigili urbani, militari, corpi speciali, agenti dell’antiterrorismo, squadre della Guardia Civil spagnola, cecchini sui tetti e sul colonnato del Bernini, un elicottero che volteggia per tutto il tempo, caccia intercettori usati, dice Gabrielli, «durante il periodo di esposizione del Santo Padre» e un drone che rimanda le immagini alla sala operativa di via San Vitale, dove il questore Nicolò D’Angelo coordina via radio gli uomini sul campo.
L’allerta, avverte il prefetto, resterà alta per tutta la durata dell’Anno Santo, 347 giorni da ieri al 20 novembre 2016: «Non abbassiamo la guardia, abbiamo fatto un 347esimo del nostro sforzo». L’obiettivo, oltre a garantire la sicurezza utilizzando anche strumenti più o meno scenografici (dalle moto d’acqua sul Tevere alle frequenze radio sorvegliate speciali), è quello di «convincere la gente — sottolinea in serata l’ex capo della Protezione civile — che in fondo venire a Roma non è così complicato e insidioso. C’è un clima disteso. Oggi un flop? Forse per chi si attendeva un milione di persone. Ma ci saranno altre occasioni. E il picco sarà a Pasqua».
Allarmi e insidie, seppur generiche, però restano. Lo si capisce dalle facce di poliziotti e carabinieri che, per tutto il giorno, fino al “Fiat lux” serale, scrutano e controllano i pellegrini. Sotto i metal detector in stile aeroporto passano cappotti, ombrelli, zaini e borse. Dentro, ci sono soprattutto tablet, macchine fotografiche, al massimo gli immancabili bastoni per i selfie, gettonatissimi anche tra i pellegrini. Dopo l’ingresso in piazza ci si posiziona dove c’è posto. La ressa è soprattutto nella prima metà, più vicini possibile al sagrato e ai maxi schermi. E mentre lo sguardo delle forze dell’ordine è rivolto ai pellegrini, gli occhi di tutti sono per Papa Francesco. Lui «nel novero dei possibili obiettivi», come dice Gabrielli, ci entra di diritto, anche se «non ci sono indicazioni specifiche». Piuttosto il timore, al momento, è rivolto soprattutto ai cosiddetti “lupi solitari”. Su di loro, nessuno si sbilancia.
Almeno per un giorno, però, soltanto il primo di quest’anno giubilare, si tira un sospiro di sollievo. E alla fine il video che circola sui telefonini di alcuni agenti è quello di una bambina che negli ampi spazi vuoti di piazza San Pietro, rincorre un piccione mentre il Papa apre la Porta Santa.