giovedì 3 dicembre 2015

Repubblica 3.12.15
Alfano e Vatileaks “Per i giornalisti vale il diritto internazionale”
E Balda insiste sulla notte d’amore a Firenze smentita dalla Chaouqui: “Dimenticò il baby doll, è ancora in hotel”
di Giuseppe Scarpa e Corrado Zunino


ROMA Alla Biblioteca Angelica di Roma il ministro dell’Interno Angelino Alfano interviene per la prima volta sul discusso processo Vatileaks 2. Dice, rispondendo a domanda: «Noi abbiamo il diritto penale italiano e il Vaticano ha il proprio ordinamento giuridico: in questo tipo di rapporti valgono le regole del diritto internazionale ». Una risposta tecnica più che una presa di posizione. Di fronte a un’eventuale condanna dei giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi per la divulgazione di documenti riservati, Alfano si è limitato a dire: «Se accadrà, ci porremo il tema. Ma non siamo in questa fase».
Il marito hacker
Dopo la lunga perquisizione nella casa romana di Francesca Immacolata Chaouqui, imputata in Vaticano e indagata per istigazione alla concussione e spionaggio informatico dalla Procura di Roma, ieri pomeriggio c’è stata una riunione tra i due sostituti procuratori Stefano Pesci e Nicola Maiorano e il Nucleo valutario della guardia di finanza. Nei confronti del marito della Chaouqui, l’ingegnere informatico Corrado Lanino, si sta procedendo secondo due articoli che contemplano l’intrusione informatica e l’invio di virus elettronici a potenziali vittime. L’ ipotesi su cui la procura lavora è quella di una donna, la Chaouqui, che nel settembre-ottobre 2013 — risalgono a quel periodo le intercettazioni della Procura di Terni — allaccia rapporti a velocità vorticosa spendendo il ruolo appena assunto in Vaticano, è membro della commissione Cosea, mentre il marito usa le abilità da hacker per carpire segreti e spaventare nemici. La spregiudicatezza dell’ingegner Lanino si ritrova anche nelle carte del processo, che lunedì riprenderà in Vaticano. Negli ultimi giorni l’uomo ha negato di aver lavorato in Santa Sede, ma monsignor Lucio Vallejo Balda, anche lui imputato in Vatileaks 2, ha messo a verbale che attraverso una società retribuita con un contratto da 115.000 euro Lanino si occupava del server del Vaticano e, in particolare, deteneva le password della mail di Balda (luva@gmail.com, l’ultima utilizzata), che cambiava ogni mese. La battaglia processuale sarà tutta su chi ha passato le carte a Nuzzi e Fittipaldi. Nell’interrogatorio del 30 ottobre scorso la pierre ha confessato di aver girato a Nuzzi il quadro delle società finanziarie vaticane.
LA CAMICETTA IN CAMERA
Anche sulla famosa notte del 28 dicembre 2014 le versioni divergono. Monsignor Balda ha rivelato che fece l’amore con la Chaouqui, sua collaboratrice nella commissione economica vaticana. Lei ha negato e ieri, a Ballarò, ha aggiunto: «Nell’albergo di Firenze c’erano due stanze prenotate e monsignore è venuto con la madre. A meno che non avessimo coinvolto la madre...». Balda, citando due testimoni, ai suoi legali ha riferito che le camere offerte da un tour operator erano tre, che il giorno dopo il personale delle pulizie del Cavalieri Palace trovò la stanza assegnata alla Chaouqui in perfetto ordine e nella stanza di monsignor Balda recuperò un baby doll molto strizzato, rimasto in custodia all’albergo. La sera successiva il monsignore, sua madre e la Chaouqui sarebbero andati a vedere lo spettacolo di Panariello.
IL DENARO ILLECITO DI NATTINO
La Finanza ieri ha eseguito una rogatoria chiesta dalla Città del Vaticano prelevando documenti dalla Banca Finnat di Giampietro Nattino. Il banchiere è accusato di aver spostato denaro dall’Apsa vaticana in banche svizzere facendo sparire 2 milioni. Nella rogatoria si legge che il denaro era «di origine illecita».
BLACKOUT IN PIAZZA SAN PIETRO
A destra, la cupola di San Pietro al buio ieri sera (per ore) e come si presenta di solito. Solo prove di illuminazione, ha assicurato la polizia. Sopra, la Chaouqui e il marito