Repubblica 17.12.15
Jean-Christophe Cambadélis.
Il segretario del Ps: “Non possiamo più ragionare con la logica del bipartitismo”
“Alleanza popolare ecco la coalizione delle sinistre francesi per tornare a vincere”
intervista di Anais Ginori
PARIGI «Il partito socialista deve essere il centro di gravità di una grande coalizione di centro-sinistra ». Nel suo ufficio di rue de Solférino, Jean-Christophe Cambadélis annuncia una svolta storica per la gauche, simile alla formazione dell’Ulivo negli anni Novanta italiani. Il Segretario del Ps lancerà a febbraio la nuova “Alleanza Popolare” per riunire le varie anime della sinistra e superare le logiche di partito in un paesaggio politico rivoluzionato. «Il Front National è ormai il terzo attore, non possiamo più ragionare nella comodità del vecchio bipartitismo », spiega Cambadélis in vista della corsa all’Eliseo, tra 18 mesi.
Secondo un sondaggio, Hollande rischia di essere eliminato al primo turno delle presidenziali. Cosa fa il partito socialista per scongiurare questo pericolo?
«Alle europee il partito socialista era al 14%, alle provinciali al 21% e alle regionali è arrivato al 23%. Hollande è cresciuto di 20 punti nei sondaggi. Quanto alle presidenziali, è probabile che avremo davanti non uno ma due candidati della destra”.
Come fa a saperlo?
«Se Sarkozy otterrà l’investitura, ci sarà un candidato concorrente del centro. Nel caso fosse invece Alain Juppé, la corrente più dura del partito vorrà avere un suo rappresentante. La destra ha un problema di strategia davanti al Front National: non ha deciso se fare resistenza o cercare di svuotarlo di voti. Quindi alla fine penso che ci saranno due candidati a destra, che interpreteranno le due posizioni. Intanto, il Front dovrà chiarire la sua linea economica. Ovvero se vuole guardare a destra con una politica sociale ed economica liberista come quella del vecchio Le Pen, o parlare alla sinistra, secondo la visione di Philippot».
Per far vincere Hollande dovete insomma scommettere sulle divisioni a destra?
«È uno degli elementi che ci costringe a unirci per rappresentare una Francia repubblicana, moderna, ecologica e sociale».
Come pensa di unire una gauche frammentata in cui le alleanze sono un rebus?
«Alla sinistra del partito socialista non c’è Podemos, né Syriza né Die Linke. La sinistra della sinistra ha avuto un risultato basso alle regionali mentre il Ps cresce, anche se non abbastanza. E poi: c’è voluto meno di un’ora per avere liste di coalizione della gauche alle regionali».
Ma è successo solo al secondo turno.
«Proprio per questo vogliamo lanciare la nuova Alleanza Popolare, coalizione intorno al Ps e altri partiti o gruppi che si riconoscono nella difesa della République ma anche nell’Europa, in una visione aperta della Francia».
Il Ps scomparirà in questo nuovo soggetto politico?
«I partiti continueranno a esistere, ma dentro a un’alleanza di cittadini, reti associative, sindacalisti. Una parte degli ecologisti ha già accettato di partecipare, mentre il partito comunista per ora non vuole. Non aspetteremo che tutte le forze di sinistra siano pronte: la strada ormai è segnata. Fino a ieri, la gauche poteva usare il primo turno per litigare e poi unirsi al secondo turno. È una logica superata. Il problema oggi è arrivare al ballottaggio. Vogliamo diventare il centro di gravità di un nuovo blocco repubblicano contro quello reazionario. È necessario superare il Ps così com’è stato finora».
Ma strategie elettorali a parte, avrete anche un programma di riforme per rispondere ai cittadini delusi dalla vostra politica di governo?
«I francesi manifestano attraverso il voto la critica a una delle promesse mancate della République: l’égalité. Dobbiamo continuare sulla strada della competitività economica, ma anche occuparci del precariato lavorativo e sociale. Il nostro welfare deve essere rafforzato e reso più efficace ».
Lei ha paragonato il Front National al regime di Vichy. Conferma?
«Certo: Marine Le Pen e Marion Maréchal Le Pen ricopiano la retorica di Vichy. Quando si fanno differenze tra francesi e si parla di lotta contro i musulmani, si creano le condizioni dell’insicurezza nazionale e di una guerra civile. Il Fn vuole dividere il Paese. Se non ci fosse un rischio di guerra civile, di xenofobia, perché la maggioranza dei francesi ha votato contro il Fn? Io dico le cose in modo chiaro. E penso sia un modo di mobilitare i cittadini come dimostrano le regionali. Le Pen rappresenta un pericolo per una Francia che è già in lotta contro Daesh.