giovedì 17 dicembre 2015

Il Sole 17.12.15
«Fi non vota contro Boschi»
Berlusconi attacca Renzi ma conferma il «no» domani alla Camera alla mozione dei 5Stelle
di Barbara Fiammeri


Adesso è ufficiale. Domani alla Camera Fi non voterà la mozione di sfiducia contro Maria Elena Boschi. Ad anticiparlo è Silvio Berlusconi. L’ex premier, intervenendo alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, ribadisce il «no» alle mozioni di sfiducia individuali. Anche perché sul presunto conflitto di interessi del ministro per le Riforme - spiega - «noi non siamo così informati da poter dare una risposta».
Gli strali del Cavaliere si concentrano tutti su Renzi e il suo governo «illegittimo», perché privo del consenso elettorale, tanto che «se fossi Mattarella scioglierei subito le Camere». Di qui la scelta della mozione di sfiducia contro il premier e l’esecutivo, presentata assieme a Lega e Fdi (ma per ora solo alla Camera) come era già stato confermato in mattinata dalla nota congiunta di Berlusconi, Salvini e Meloni e che sarà però votata solo alla ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia. Domani invece Fi - contrariamente a Lega e Fdi - al momento del voto contro la Boschi voluto dal M5s, «uscirà dall’aula o si asterrà».
Una scelta che serve anche ad uso interno per evitare che si palesino fratture all’interno degli azzurri. Molti tra i forzisti non avevano affatto apprezzato la linea del capogruppo alla Camera Renato Brunetta che nei giorni scorsi si era esposto a favore della mozione grillina contro il ministro per le riforme. Il rischio che al momento del voto Fi potesse presentarsi in ordine sparso era tutt’altro che infondato, visto che anche una dura come Daniela Santanchè aveva fatto sapere che mai avrebbe votato una sfiducia individuale. Del resto per timore di una spaccatura, ieri gli azzurri hanno preferito non partecipare al voto sulla Consulta piuttosto che contarsi sul loro candidato. Berlusconi è il primo ad esserne consapevole anche perchè già nei giorni scorsi era dovuto intervenire per sedare la rivolta interna dei deputati contro Brunetta.
Il Cavaliere sposta così l’attenzione sul premier “pigliatutto” che mette «i suoi uomini ovunque», a partire dalla Consulta («è molto grave che all’interno della Corte non ci neppure un giudice espressione del centrodestra»). E attacca frontalmente Renzi anche sui “rimedi” per affrontare il crack delle 4 banche. L’ipotesi di affidare ad un arbitrato la soluzione delle controversie che hanno coinvolto migliaia di piccoli investitori è per Berlusconi «malsana». L’unica risposta accettabile - ha detto il Cavaliere sottolineando che si tratta di obbligazionisti e non di azionisti - è «risarcire integralmente i 30mila risparmiatori coinvolti».
La linea dura contro il premier però non convince del tutto gli alleati del centrodestra. Lega e Fdi sospettano che sotto sotto, Fi non voglia affondare il colpo più di tanto. «Qualcuno continua a fare sponda a Renzi e Boschi invece di cacciarli», attacca il leghista Stefano Candiani che punta l’indice contro il capogruppo forzista a Palazzo Madama Paolo Romani, che martedì si era opposto alla immediata calendarizzazione della mozione contro Boschi e che ancora non ha presentato quella contro il Governo.
In fibrillazione però è anche la minoranza Pd. Pur non mettendo in discussione il sostegno al ministro e al Governo ieri Pier Luigi Bersani ha invitato «Renzi e Boschi a evitare toni muscolari: serve trasparenza non arroganza».