giovedì 31 dicembre 2015

Corriere 31.12.15
Idee progressiste in cerca di gambe


Davvero nel mondo di oggi resta centrale il conflitto tra lavoro e capitale? Qualche dubbio al riguardo è lecito, ma sembrano invece esserne convinti Paolo Ercolani e Simone Oggionni, autori di un Manifesto per la Sinistra e per l’Umanesimo sociale (Mimesis, pp. 134, e 12) che si nutre di vari riferimenti culturali: da Cicerone ad Antonio Gramsci, da Walter Benjamin a papa Francesco.
Il libro non è soltanto un forte appello per la ridefinizione di uno schieramento progressista radicale e agguerrito, ma anche e soprattutto un atto di fede nel primato della politica e dello Stato, da recuperare, secondo gli autori, rispetto al predominio «anti-umano» della finanza globale.
Il guaio è che, un po’ in tutta Europa, la rivolta contro l’austerità e la tecnocrazia sta prendendo un’altra strada, quella di un populismo sbilanciato decisamente a destra (Fn francese, Ukip britannico) o indifferente alla discriminante tra conservatori e progressisti (5 Stelle). Le eccezioni sono Syriza in Grecia e Podemos in Spagna, formazioni dotate di leader carismatici cresciuti dal basso, dei quali tuttavia in Italia non si vede traccia.
Ammesso e non concesso che le idee sostenute da Ercolani e Oggionni siano un’arma efficace per lanciare una sfida alla (forse un po’ mitizzata) egemonia del neoliberismo, al momento non si vede su che gambe possano camminare in questo Paese.