martedì 22 dicembre 2015

Corriere 22.12.15
Bilanci anomali e quel Cda da non nominare Le accuse a Etruria
La relazione di Bankitalia, i rilievi a Rosi e Boschi
di Fiorenza Sarzanini


AREZZO L’ultimo consiglio di amministrazione di Banca Etruria non doveva essere nominato. Con una lettera inviata il primo aprile 2014 la Vigilanza aveva sollecitato «un ricambio degli organi aziendali», ma quell’invito è stato solo «parzialmente accolto» perché il 4 maggio 2014 «otto amministratori sono stati confermati». Tra loro il presidente Lorenzo Rosi e i vicepresidenti Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, padre della ministra per le Riforme Maria Elena. È uno dei «rilievi» che Bankitalia ha mosso nella relazione ora trasmessa al procuratore di Arezzo Roberto Rossi, titolare delle inchieste sul dissesto dell’Istituto di credito, che dovrà valutare gli eventuali illeciti penali da contestare agli amministratori. Il resto riguarda le «anomalie» riscontrate nei bilanci e «i gravi ritardi» da parte degli organi di governo per intervenire in maniera adeguata sul dissesto. Una situazione che ha portato all’apertura del procedimento disciplinare nei confronti degli amministratori, che adesso subiranno nuove sanzioni. Una procedura già comunicata anche alla magistratura.
La spartizione nelle nomine
Gli ispettori di Bankitalia sottolineano di aver sollecitato all’inizio di aprile 2014 la necessità di «assicurare una netta discontinuità con il passato attraverso un significativo ricambio del Cda, incluse le figure apicali». In particolare era stato chiesto di formare nuove liste di candidati ma l’indicazione non è stata seguita. Per questo contestano la procedura sulla «conferma» di otto consiglieri e indicano anche le «regole» di spartizione specificando che hanno riguardato «il presidente Lorenzo Rosi; il vicepresidente vicario Alfredo Berni, espressione di punta della lista di minoranza del precedente consiglio; il vicepresidente Pier Luigi Boschi, esponente in società operanti nel settore agricolo; il dottor Luciano Nataloni, vicepresidente della controllata Banca Federico del Vecchio; Andrea Orlandi, imprenditore; la dottoressa Claudia Bugno con diversi incarichi nella pubblica amministrazione; il professor Felice Santonastaso; il dottor Luigi Nannipieri, professionista». Bugno è stata nominata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi coordinatrice generale per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Gli ispettori contestano il fatto che «ben quattro dei cinque componenti del Comitato esecutivo (Rosi, Berni, Boschi, Orlandi e Catanossi, amministratore della controllata Bap Vita) — che si occupa principalmente di delibere in materia creditizia — erano consiglieri in carica nei precedenti esercizi».
Niente tagli ai compensi del Cda
Secondo Bankitalia la grave situazione di dissesto è stata affrontata in ritardo, nonostante più volte fosse stata evidenziata la necessità di intervenire. Il punto centrale è rappresentato dai «crediti deteriorati» per un totale di circa 3 miliardi di euro dei quali 2 miliardi di sofferenze. Anche per questo viene stigmatizzato il lavoro della «Commissione consiliare informale», della quale facevano parte il presidente, i due vicepresidenti e tre consiglieri, che non ha mai verbalizzato le sue riunioni rendendo così «poco trasparente l’intero percorso decisionale». Uno dei rilievi mossi ai componenti del Cda e rispetto al quale i magistrati dovranno valutare l’esistenza di profili penali riguarda i compensi, perché il Cda entrato in carica il 4 maggio 2014 aveva preso l’impegno di ridurre gli stipendi — del 32,5% quello del presidente e del 20% quelli dei vice — invece non ha rispettato la delibera e soprattutto ha lasciato cadere la richiesta della Vigilanza di cercare «un partner di elevato standing».
Le «anomalie» nei bilanci
Dopo aver analizzato il comparto amministrativo contabile, gli ispettori evidenziano numerose anomalie che adesso dovranno essere valutate dai magistrati. Risulta infatti che circa il 30 per cento delle posizioni deteriorate avevano fornito a garanzia immobili con una valutazione non adeguata anche perché nella maggior parte dei casi si faceva riferimento a un’analisi che risaliva a circa due anni prima e dunque non poteva essere ritenuta parametro attendibile. Sulla base di queste «contestazioni» Bankitalia ha trasmesso i propri rilievi agli interessati che a loro volta hanno la facoltà di presentare le controdeduzioni in vista dell’emissione delle sanzioni.
Agli atti del procuratore Roberto Rossi c’è una consulenza di parte che aveva escluso la possibilità di contestare il falso in bilancio, ma le novità emerse con l’ultima relazione degli ispettori potrebbero adesso portare a una rilettura di quanto accaduto. La documentazione consegnata al procuratore elenca, infatti, quelle che sono poi diventate formali contestazioni, violazioni ritenute tanto gravi da far scattare il commissariamento.