Corriere 1.12.15
Diplomazie
Corbyn s’arrende. Libertà di voto sui raid aerei
La notizia che David Cameron stava aspettando è arrivata ieri pomeriggio quando Jeremy Corbyn, suo malgrado, s’è visto costretto alla retromarcia e a dare il via al «soccorso rosso»: i parlamentari laburisti avranno libertà di voto alla Camera dei Comuni sui bombardamenti contro l’Isis. Downing Street aveva congelato la decisione non essendovi certezza sui numeri. I conservatori hanno una maggioranza di sedici seggi ma non tutti i tory erano e sono d’accordo sulle incursioni aeree in Siria. Con l’appoggio di parecchi rappresentanti dell’opposizione, cade ogni cautela e Cameron può procedere a passo spedito (domani l’approvazione a Westminster e a fine settimana i Tornado britannici voleranno sopra Raqqa). Jeremy Corbyn esce da una situazione di imbarazzo e di difficoltà nell’unico modo possibile che gli consente per ora di salvare la leadership. A più riprese aveva ribadito di non ritenere giusto il coinvolgimento dell’aviazione di Sua maestà nel teatro di guerra siriano. E aveva minacciato di imporre la disciplina di partito nel gruppo ai Comuni. Pur appoggiato dai sindacati e circondato da un ampio consenso della base, Corbyn si è visto sbarrare la strada dai deputati e da una buona parte del suo stesso governo ombra. Una spaccatura profonda, non soltanto con l’area che si ispira al New Labour di Tony Blair e che attraverso lord Mandelson gli ha rinfacciato il pericolo di «apparire come amico del Califfato», ma anche con una parte dei dirigenti schieratisi al suo fianco negli ultimi tempi. Un banco di prova per il leader laburista. Corbyn ha dovuto ingoiare il rospo e prendere atto, concedendo la libertà di voto, di non avere il controllo del partito. Ha scelto o è stato costretto a scegliere di non forzare la mano. Realismo o debolezza? I prossimi raid della Raf mettono a nudo i dolori di un Jeremy Corbyn, leader per bene ma datato e dimezzato, e gli ondeggiamenti pericolosi di un laburismo con mille anime sempre più inconciliabili. La resa dei conti è cominciata. In Siria e a Londra.