martedì 3 novembre 2015

La Stampa 3.11.15
Vatileaks, scattano due arresti
Rischiano fino a 8 anni di carcere
Monsignor Balda e Francesca Chaouqui accusati per la fuga di notizie. Lei rilasciata, ha collaborato
di Gia. Gal.


Rischiano fino a otto anni. Le manette sono scattate per il reato di divulgazione di notizie e documenti riservati. L’accelerazione è arrivata dal furto dei documenti conservati nel computer del revisore generale del Vaticano. I due presunti «corvi» arrestati ieri dalla gendarmeria vaticana, (monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui) erano stati interrogati sabato e domenica scorsi, sulla base degli elementi raccolti per sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati. I due in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della Cosea, la commissione sulle strutture economico-amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e sciolta dopo il compimento del suo mandato.
Tradimento della fiducia
Vallejo si tiene il volto tra le mani, preoccupato per l’anziana madre con la quale lui, figlio unico, viveva fino a tre giorni fa a Roma. Mentre lei, Francesca Immacolata, la rampante pr in grado di aprire le porte del Vaticano a società di consulenza internazionali e a conoscenti vip, è stata trattenuta per una notte Oltretevere, in una casa di suore prima di essere rilasciata.
L’arresto è stato convalidato ieri da Gian Piero Milano, promotore di giustizia. Francesca Chaoqui è stata rimessa in libertà per aver collaborato alle indagini. A ricostruire il quadro delle responsabilità hanno contribuito le intercettazioni. La posizione del prelato spagnolo resta al vaglio della magistratura pontificia. «Grave tradimento della fiducia del Papa» titola l’Osservatore Romano. A stringere il cerchio attorno ai responsabili ha contribuito la violazione del computer del Revisore generale della Santa Sede, Libero Milone al quale Francesco ha affidato la revisione di dicasteri e uffici curiali, compito finora svolto dalla Prefettura degli Affari Economici, il cui segretario era proprio Vallejo.
Sviluppi per i giornalisti
Pur non essendo nessuno dei due indagati cittadino vaticano, a procedere autonomamente sono state le autorità d’Oltretevere dal momento che il reato sarebbe stato commesso nella città-Stato. Gli accertamenti della Gendarmeria avevano preso le mosse dalla pubblicazione di documenti riferibili alla Cosea già in inchieste sull’Espresso del giornalista Emiliano Fittipaldi, poi ulteriormente incentivati e anche accelerati dalla pubblicazione a giorni, entrambi il 5 novembre, del volume dello stesso Fittipaldi «Avarizia» (Feltrinelli) e di «Via Crucis» di Gianluigi Nuzzi (Chiarelettere), quest’ultimo già autore di quel «Sua Santità» con le carte fornite da Gabriele nella Vatileaks del 2012. Anche per gli autori dei testi «stavolta si andrà fino in fondo», assicurano in Curia. «Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose», dichiara il portavoce vaticano.
Bisogna «evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa». Sorpresa e dolore esprime l’Opus Dei. Vallejo appartiene alla Società sacerdotale della Santa Croce, unita alla Prelatura ma «i suoi unici superiori sono quelli della Santa Sede e il vescovo della diocesi spagnola di Astorga dove è incardinato». Aspirava ad un ruolo di rilievo, è finito in cella. Al momento la sua è la posizione più pesante e anche l’ex collaboratrice laica ha preso le distanze da lui.