La Stampa 26.11.15
Gli scienziati: senza un bando non si danno soldi alla ricerca
A. Aiuti, A. Ballabio, A. Biondi, I. Bozoni, V. Broccoli, F. Ciceri, G. Corbellini, G. Cossu, P. De Camilli, M. De Luca, P.P. Di Fiore, M. Giacca, S. Garattini, E. Hirsch, M. Introna, R. Manfredini, A. Mantovani, G. Martino, C. Montecucco, A. Musarò, L. Naldini, G. Pellegrini, P.G. Pelicci, T. Pizzorusso, C.A. Redi,M.G. Roncarolo, G. Remuzzi, M. Stefanini, M. Zerial
Caro Direttore,
un comma inserito nella proposta di legge di Stabilità, in discussione in Parlamento, destina 3 milioni di euro ad una singola sperimentazione clinica sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). La Sla è una grave malattia neurodegenerativa, con limitate opportunità terapeutiche, e ogni seria iniziativa mirata alla selezione dei migliori protocolli clinici sperimentali è da salutare con grande interesse.
Ma il finanziamento proposto sembra essere stato deciso a favore di una singola sperimentazione clinica, senza che ci sia finora nessun dato che orienti a preferirla rispetto ad altre. Una decisione apparentemente presa senza un confronto serio e costruttivo con gli operatori della Sanità, della ricerca clinica e traslazionale e senza una selezione da parte di un’apposita commissione di massimi esperti del settore. Il legislatore può individuare opportune aree di ricerca in ambito clinico a cui dare una priorità di finanziamento. Tutt’altra cosa invece è assumere una decisione politica unilaterale che selezioni a priori uno specifico progetto di ricerca sperimentale da finanziare per una seppur grave, ma singola, malattia.
Perché finanziare proprio questa sperimentazione clinica e non altre? Perché evitare ogni confronto con gli operatori professionali del settore? Perché non predisporre un bando di ricerca aperto e finalizzato a selezionare il progetto migliore da parte di una commissione scientifica competente?
Non è accettabile che vengano destinati fondi di ricerca in assenza di un bando pubblico, per una specifica fase di sperimentazione e con una particolare metodologia senza che tale scelta sia valutata in maniera comparativa rispetto a simili iniziative già in essere nel nostro Paese. Se il bando si prefigge di finanziare sperimentazioni cliniche di terapia cellulare, ogni struttura sanitaria a norma con le direttive e le autorizzazioni nazionali deve essere messa in grado di competere attraverso un bando pubblico che preveda una selezione basata esclusivamente sui meriti scientifici.
In un momento in cui è estremamente difficile accedere agli esigui fondi pubblici dedicati alla ricerca clinica e sperimentale, le poche risorse disponibili dovrebbero essere assegnate con le più assolute regole di trasparenza, in assenza di qualsiasi conflitto d’interesse e con il vaglio di comitati scientifici che nutrono del massimo prestigio nazionale ed internazionale in materia.
La decisione politica che stiamo contestando va esattamente nella direzione contraria. Il legislatore può decidere di finanziare studi clinici con cellule staminali, ma la scelta di un tipo di studio piuttosto che di un altro richiede competenze e conoscenze diverse che non rientrano - ed è giusto che non rientrino - tra quelle della politica. Lo stesso principio è stato ricordato anche dalla Corte Costituzionale lo scorso dicembre. Questi comportamenti generano dubbi sull’azione del Governo e rischiano di offuscare le lodevoli iniziative che negli ultimi anni i ministeri dell’Istruzione e della Sanità hanno intrapreso per rendere più competitiva la nostra ricerca.
Questo fondo di 3 milioni di euro è riconducibile al Decreto Balduzzi, pensato per il finanziamento di quella che poi è stata smascherata come la «frode di Stamina». Non è possibile reiterare un simile errore con finanziamenti destinati in maniera arbitraria, a prescindere da un’accurata valutazione scientifica.
In forza di queste ragioni chiediamo che questa proposta venga modificata durante la discussione della Legge di Stabilità e che questi fondi vengano destinati a sostenere un bando pubblico finalizzato a selezionare quella che verrà giudicata, da una competente commissione scientifica riconosciuta a livello internazionale, essere la più avanzata sperimentazione clinica possibile a base di cellule staminali per malattie incurabili. Ne trarranno vantaggio tutti, i malati, gli studiosi, i ministeri e l’intero Paese. Finanziare progetti identificati con metodi né trasparenti né condivisi non giova a nessuno.
A. Aiuti, A. Ballabio, A. Biondi, I. Bozoni, V. Broccoli, F. Ciceri, G. Corbellini, G. Cossu, P. De Camilli, M. De Luca, P.P. Di Fiore, M. Giacca, S. Garattini, E. Hirsch, M. Introna, R. Manfredini, A. Mantovani, G. Martino, C. Montecucco, A. Musarò, L. Naldini, G. Pellegrini, P.G. Pelicci, T. Pizzorusso, C.A. Redi,M.G. Roncarolo, G. Remuzzi, M. Stefanini, M. Zerial