Il Sole Domenica 29.11.15
Prima del Giubileo
Così Roma sfrutta i miserabili
di Paola Severini
Pare nessuno allora ne sapesse nulla, né in Vaticano né a Roma: oggi,passati sette mesi e nel pieno di un’offensiva terroristica in tutta Europa, molti di coloro che salutarono l’annuncio con serena sopportazione hanno cambiato atteggiamento come gli altri, che allora giubilavano, pregustando lauti guadagni. Per questi ultimi la sorpresa che prima era stata positiva si sta trasformando in delusione: dopo gli attentati di Parigi il numero previsto di pellegrini cala considerevolmente. Anche la malavita internazionale ha cominciato a lavorare da allora, organizzandosi con il suo commercio più lucroso: quello della carne umana. Con progressione geometrica gli abitanti dei quartieri confinanti con Città del Vaticano (Prati, Borgo, Parione, Trastevere e in particolar modo tutto il centro storico di Roma) sono stai invasi da una umanità dolente e spaventevole che sembrava uscita da un romanzo di Victor Hugo: è certo che nessuna, ripeto nessuna capitale europea vede mendicare esseri umani seminudi e con orribili menomazioni dinanzi alla sede del governo piuttosto che del parlamento. Questi ultimi, a differenza dei turisti previsti e che pare non arrivino più, non sono certamente diminuiti, e, nonostante lo straordinario lavoro delle istituzioni del Terzo Settore, si sono moltiplicati con l’aggiunta dei venditori ambulanti abusivi. Numeri incredibili: in un solo pomeriggio per un paio di chilometri, ne ho contati circa trecento. Il rapporto tra loro e i romani, abituati da secoli a veder passare qualunque tipo di persone, è mediato esclusivamente dalle organizzazioni del No Profit: le forze dell’ordine, tra queste in primo luogo il corpo dei vigili urbani, assistono senza fare praticamente nulla a questo commercio della disperazione e i romani non riescono a capire se non vogliono o se non possono porre rimedio.
Qualche tempo fa Raffaele La Capria scrisse a un quotidiano la sua costernazione per questo stato di cose e addirittura telefonò per chiedere consiglio (io lavoro da sempre nel mondo della solidarietà); non riuscimmo, lui con la sua autorevolezza e io con la mia conoscenza del settore, a fare nulla. Per non parlare della stazione Termini, dove dopo un brevissimo periodo nel quale i rischi per i portafogli erano diminuiti (grazie alla presenza di una sede dei City Angels che fungeva da polo solidale e contemporaneamente da deterrente e prontamente sgomberata dall’amministrazione comunale per far posto a più lucrosi esercizi commerciali) oggi il rischio è grande. Per passare sotto la Porta Santa i pellegrini dovranno essere “tracciati elettronicamente”: la tutela però riguarda esclusivamente un’area minuscola rispetto al territorio interessato dal prevedibile flusso delle persone. Invece la zona del Ghetto ebraico che va da via Arenula al Teatro Marcello, e che contiene sia luoghi di culto che la scuola ebraica, è davvero sotto controllo e lo è da tempo: sia per i pericoli che per il decoro. Come mai ad esempio non sono stati ancora coinvolti (e formati per le emergenze)gli 8mila tassisti e i 10mila NCC della città? Il Giubileo si deve tenere: è la miglior risposta a questo clima di intimidazione; i profughi vanno salvati e accolti perché hanno il diritto di migrare e la sacrosanta speranza di salvarsi e cambiare la loro vita; vogliamo bene a Papa Francesco e ci aspettiamo cose ancor più grandi da questo pontificato; ma un Paese civile non può lasciare la sua capitale nel degrado.