Il Sole 19.11.15
L’appello di Renzi sulla sicurezza, una mano tesa al centro-destra
di Lina Palmerini
Renzi prova a mettere contenuti a quell’appello all’unità nazionale che altrimenti sarebbe rimasto un pro forma solo per accompagnare la drammaticità di questi momenti. E in effetti quella proposta che ha annunciato farà a tutti i partiti è sull’unico capitolo – la sicurezza - che davvero rappresenta un tema concreto ma anche una mano tesa al centro-destra.
L’opportunità gli arriva da Bruxelles, dalle aperture della Commissione Ue e dello stesso presidente Jean-Claude Juncker di estendere la flessibilità di bilancio anche alle risorse aggiuntive su sicurezza e anti-terrorismo che gli Stati dovranno stanziare dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre. Ed è quella apertura europea che consente a Matteo Renzi di dare una sostanza a un appello alla responsabilità che altrimenti sarebbe rimasto una pura formalità, un richiamo retorico senza conseguenze fattuali. Tra l’altro proprio sulle spese per la sicurezza c’è già stato uno scontro aspro tra maggioranza e opposizioni sulla legge di stabilità con il centro-destra e il Movimento 5 Stelle che erano già andati all’attacco del Governo sui tagli. Oggi, invece, proprio quello può diventare un capitolo su cui fissare una tregua soprattutto dopo il nuovo allarme di attentati in Italia che è scattato ieri sera.
La possibilità di sforare e stanziare più risorse diventa lo strumento giusto per consentire al premier di rispondere alle esigenze dei cittadini e alle richieste delle Forze di polizia, che già quest’estate avevano protestato sui rinnovi contrattuali, e che ora sono in prima linea nei luoghi più sensibili della Capitale e durante tutto il Giubileo. Ma quelle risorse assumono anche una valenza politica perché Renzi avrebbe potuto intestarle solo al Governo mentre usa quelle aperture di Bruxelles come un tavolo di trattativa con l’opposizione. Diventano, insomma, un canale di dialogo soprattutto con il centro-destra che tra le altre opposizioni è quella che ha sempre votato per il finanziamento delle missioni all’estero o su misure anti-terrorismo. Molto più che il Movimento 5 Stelle che già ieri metteva all’indice la politica estera di Renzi che, secondo Grillo, cede al dialogo con gli Stati finanziatori del terrorismo come l'Arabia Saudita.
Dunque, difficile scongelare le posizioni dei grillini, che ancora ieri sembravano piuttosto chiusi all’appello del premier e lo accusavano per le sforbiciate alla sicurezza nella legge di stabilità. È molto più praticabile – invece - la collaborazione con Forza Italia che certo non può chiudere alla possibilità di nuove risorse e investimenti per il comparto sicurezza, polizia e intelligence. Il punto è come si arriverà a una collaborazione. «Dovranno accettare le nostre proposte che già da tempo abbiamo messo sul tavolo: aumenti contrattuali per le forze di Polizia, aumento degli organici, fine delle missioni inutili», diceva Maurizio Gasparri senatore di Forza Italia che finora si è visto respingere i suoi emendamenti ma ora trova una via aperta.
È molto probabile che l’accordo si troverà, soprattutto dopo l’allerta di attentati i Italia scattata nella serata di ieri. E dunque sarà difficile per tutti - e per il centro-destra in particolare - mettersi di traverso. Le uniche schermaglie saranno su chi si intesterà politicamente la vittoria. Sempre che abbia un senso, in queste condizioni, strattonarsi su chi l’avrà avuta vinta.