il manifesto 12.11.15
Torna la coalizione sociale di Maurizio Landini
Con la Fiom di Landini sabato 21 novembre contro la legge di stabilità e a sostegno della vertenza del contratto dei metalmeccanici. L’opposizione al Jobs Act, Sblocca Italia, «Buona scuola», a difesa della Costituzione, per investimenti pubblici e un altro sviluppo
di Ro. Ci.
La «coalizione sociale» esiste e, dopo un periodo di silenzio, torna in piazza con la Fiom di Landini a Roma il prossimo 21 novembre. Lo si apprende da un post di martedì scorso sulla pagina facebook della «coalizione sociale» (21.680 «like»), rilanciato ieri da un’agenzia Adn Kronos. Il sito della rete di associazioni e movimenti ancora ieri sera era fermo all’assemblea nazionale del 13 settembre scorso al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, il suo penultimo atto pubblico. L’ultimo è stato il 17 ottobre scorso, sempre al teatro Jovinelli, in occasione della giornata mondiale contro la povertà in una manifestazione indetta da Libera contro le Mafie.
Doveva essere l’occasione di una manifestazione nazionale contro la povertà e per il reddito minimo, annunciata nel corso delle assemblee, poi su facebook e in Tv. C’è stata invece un’assemblea dove singoli, gruppi, componenti hanno esposto le ragioni della lotta contro le povertà, la necessità di un reddito «di dignità» cioè un reddito minimo diverso dal sussidio contro le povertà assolute che sarà adottato. In quella sede, come riportato da Il Manifesto, sono state precisate le ragioni dell’opposizione alla legge di stabilità del governo Renzi. Non è stata invece fornita una motivazione di questo cambio di agenda, almeno ufficialmente.
La manifestazione di sabato 21 sarà presentata ufficialmente oggi nella sede Fiom nazionale a Roma dove Landini illustrerà le ragioni contro la legge di stabilità e a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici. Il documento che ha indetto la manifestazione si spiega che la protesta è contro «il Jobs Act che ha reso più facili i licenziamenti», lo Sblocca italia, la «Buona Scuola», la «politica della diseguaglianza» e si chiede «investimenti pubblici e privati e nuova occupazione stabile», un «contratto nazionale per tutti», «ridurre le tasse al lavoro, combattere l’evasione fiscale e la corruzione», «cancellare il pareggio di bilancio imposto dalle politiche di austerità» «affermare e realizzare i princìpi della nostra Costituzione». Il corteo dovrebbe essere l’occasione di una prima prova in piazza del gruppo parlamentare «Sinistra italiana». Nello stesso giorno, a Napoli, il movimento «Possibile» di Pippo Civati terrà un’assemblea.
Per la coalizione sociale si prevede un appuntamento intermedio a Milano lunedì 16 novembre. All’incontro «Le nostre vite valgono più dei loro profitti» all’auditorium Stefano Cerri (via Valvassori Peroni 56, ore 20,30) parteciperanno Giuseppe De Marzo (Campagna «Miseria ladra»), Andrea Di Stefano (direttore della rivista «Valori»), Don Massimo Mapelli della Caritas Ambrosiana, Moni Ovadia, gli attivisti della fabbrica recuperata Rimaflow a Trezzano sul Naviglio e Maurizio Landini.
Dal documento su facebook emerge l’intenzione di riprendere un bandolo di una vicenda interrotta a partire dall’opposizione alla legge di stabilità. La manovra economica del governo non dà risposte ai bisogni e alle necessità più urgenti del Paese e si esprime «in piena continuità con i provvedimenti precedenti: dal Jobs Act, allo Sblocca Italia, alla Buona Scuola, alla privatizzazione dei beni comuni e alle riforme costituzionali».
«Nel frattempo le condizioni generali del paese continuano a peggiorare, le disuguaglianze sono cresciute ulteriormente e il divario tra nord e sud sembra sempre più incolmabile. La crisi democratica del paese è ogni giorno più evidente. Si attaccano il diritto allo sciopero, allo studio, alla salute, si riducono le tutele del patrimonio ambientale del Paese, si alimenta un nuovo ciclo di privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi pubblici». «Saremo in piazza per far sentire le nostre voci, convinti che coalizzandoci, praticando democrazia dal basso come facciamo ogni giorno nei territori e nelle vertenze in cui siamo impegnati, difendendo e attuando i principi costituzionali che orientano la politica verso la legalità, la solidarietà, la dignità, l’equità, la libertà, il lavoro e la cultura, la pace; facendo convergere le lotte di chi si batte per cambiare le cose, potremo dare forza alla domanda di giustizia, di lavoro di qualità, di diritti, di conoscenza, di reddito, di democrazia che appartiene alla maggioranza del paese per cambiarlo in favore di tutti».