lunedì 30 novembre 2015

Corriere 30.11.15
Siamo predatori o prede? Strategie per sopravvivere
di Rosario Sorrentino


Chi è, in questo contesto, il predatore e chi la preda? Non è chiaro. Si può uccidere per i motivi più disparati: odio, rabbia, paura, fame; la miscela è sempre la stessa, nulla è cambiato.
Oggi ci troviamo di fronte a un nemico quasi invisibile, imprevedibile, abilissimo a utilizzare le tecnologie e le strategie più impensabili pur di distruggerci. E' spietato, mosso da un impressionante desiderio di spargere terrore per riaffermare il proprio dominio su di noi. Lo scontro in corso è di quelli che si consumano all’interno del Genere Homo, quello Sapiens e avviene soprattutto su una dimensione «mentale», dove alla base c’è una profonda diversità nel modo di pensare e di agire. La rana si gonfia, il cobra allarga il diametro delle sue spire e la gazzella saltella davanti le fauci dei leoni affamati, ma è spesso l’atteggiamento che porta a sparigliare le carte e a disorientare l’avversario. Gli etologi, che studiano il comportamento degli animali, ci dicono che questa è una tattica disperata per convincere il nemico circa il loro stato di salute e di grazia e per scoraggiare così un eventuale attacco e non rischiare una fatale sconfitta. Certo in natura può accadere di tutto, anche di vedere che all’improvviso, con un colpo di scena, un predatore diventi la preda. Al di là delle esibizioni muscolari, dell’uno o dell’altro, alla fine quello che conta nell’azione è la determinazione e la credibilità dei gesti e dei comportamenti compiuti; non c’è spazio quindi per bleffare quando si lotta per salvare la vita. Noi e loro, in un duello avvincente e drammatico entrambi in possesso di furberie per prevalere sull’altro. Potenza contro velocità, forza contro agilità, è questo lo schema che diventa agghiacciante ogni giorno di più. Si percepisce il ritorno a una dimensione più arcaica, dove la natura e l’evoluzione hanno concesso al predatore e alla preda le stesse opportunità, ma un repertorio diverso per uccidere o fuggire. La posta in palio è altissima, urgente, ed è quella di mantenere la sopravvivenza e i valori di un popolo, e perché no, della specie.