domenica 22 novembre 2015

Alloraaaaa?!?!?!?!
Repubblica 22.11.15
La sinistra radicale al 6 % ma la maggioranza vuole un’alleanza con i dem
Resta il problema della leadership: il più forte è Maurizio Landini
di Roberto Biorcio e Fabio Bordignon


Roma. Quanto vale la sinistra-sinistra, radicale o, comunque, extra-Pd? Sommando tutte le forze dell’area si arriva, oggi, a lambire il 6%. Un risultato tutt’altro che irrilevante, ma sul quale pesano ancora problemi non trascurabili, per quanto riguarda la leadership, le strategie, le possibili alleanze.
Il nuovo soggetto sulla scena politica è Sinistra Italiana: compagine tenuta a battesimo, pochi giorni fa, da Sel e dai fuoriusciti del Pd (tra i quali Fassina, Mineo e D’Attorre). Se ad esso sommiamo i voti delle altre formazioni minori della sinistra (inclusi i marchi storici di Rc e Pdci) le forze alla sinistra del Pd(R), nell’ultima rilevazione dell’Atlante Politico, si attestano al 5.5% dei voti.
Il risultato del sondaggio va preso però con cautela: non esiste ancora, di fatto, un unico “partito”, chiaramente riconoscibile. Va verificato, inoltre, se i voti dei suoi “soci fondatori” - inclusi quelli che ancora non hanno aderito al progetto - siano effettivamente sommabili. Può essere comunque utile analizzarne, fin d’ora, il profilo, i punti di forza e di debolezza. Una formazione unitaria otterrebbe, naturalmente, il suo migliore risultato fra gli elettori di sinistra (19%). Anche in quest’area, tuttavia, sarebbe superata sia dal Pd (43%) sia dal M5S (32%). I suoi consensi sono molto differenziati per livello di istruzione e classe d’età. Tra i giovani sotto i 30 anni e i laureati, le intenzioni di voto si avvicinano al 10%, ma crollano tra le persone meno istruite e tra gli anziani. Non si rilevano grandi differenze in riferimento alle classi sociali, sebbene lavoratori autonomi, pensionati e casalinghe siano poco disponibili a votare per le forze della sinistra-sinistra.
Un cartello della sinistra-sinistra dovrebbe, d’altra parte, fare i conti con diversi dilemmi, di non facile soluzione. Il primo riguarda la leadership. Il più popolare, tra i leader di quest’area, rimane Landini (29%), mentre Civati, Vendola e Fassina si attestano appena sopra il 20%. Nessuno, tuttavia, stacca nettamente gli altri, sia nell’elettorato generale che in quello di sinistra. Si rilevano, poi, divisioni in merito alle possibili alleanze con il Pd e alle scelte di voto in caso di ballottaggio Pd-M5S. Prevalgono le posizioni favorevoli ad un patto con il partito del premier (87%) e alla scelta per il Pd in un eventuale secondo turno. Non mancano, tuttavia, opinioni di segno opposto. Nodi strategici, da sciogliere per definire l’identità e il profilo politico di un nuovo partito.
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