sabato 24 ottobre 2015

La Stampa 24.10.15
Per Renzi il caso Marino è chiuso
E il sindaco prepara lo scontro finale
Minaccia di correre alle primarie e domani sarà in piazza coi suoi fan. Ma è pronto a cambiare idea in caso di un forte riconoscimento del premier
di Fabio Martini


Appena atterrato a Santiago del Cile, prima di sei tappe in America Latina, Matteo Renzi si è aggiornato sulle ultimissime dall’Italia, ma sul caso-Roma non ha perso tempo, il suo giudizio (informale) è stato lapidario: il caso è chiuso, restiamo in attesa che Ignazio Marino confermi le sue dimissioni entro la data formale del primo novembre. Stop. Certo, le ultimissime esternazioni del sindaco («la città sta con me, potrei correre alle Primarie del Pd») hanno fatto capire a Renzi che la fase finale del divorzio tra Marino e il Pd potrebbe risolversi in un «bagno di sangue» politico, ma oramai a palazzo Chigi si è messa nel conto una conclusione cruenta. Tanto è vero che, sottovoce, si comincia a pensare che serva un miracolo per riconquistare Roma da parte del Pd in occasione delle elezioni amministrative previste per il prossimo anno.
Anche perché lo scenario adombrato da Marino è di gran lunga il più lacerante: una volta sciolto il Consiglio comunale, l’ex sindaco provocherebbe più problemi se si candidasse alle Primarie del Pd (col «rischio» di vincerle), anziché con una Lista contrapposta, destinata all’opposizione. Uno scenario talmente preoccupante che al Pd romano hanno cercato di capire se almeno dal punto di vista formale, Marino potrebbe candidarsi alle Primarie interne. E qui è spuntata una sorpresa: il sindaco non risulta iscritto al suo Circolo nel 2015 e neppure nel 2014. Mentre per l’anno in corso si può ancora rimediare, quello dell’anno scorso rappresenta un vuoto curioso, un segno di disaffezione e di allontanamento del Pd. L’entourage di Marino però smentisce: nel 2014 il sindaco, non solo ha richiesto la tessera, ma ha anche versato un assegno di centinaia di euro. A chi? Perché non nel suo Circolo? Questo non è dato saperlo, ma sempre dal Campidoglio si preoccupano di ricordare che Marino fa parte della Direzione del Pd e non sembrano dar credito ad una «espulsione» dalle Primarie. Un piccolo «giallo» in una storia che non sembra finire più.
L’unica possibilità che i due treni in corsa si fermino prima dello scontro è affidata ad un evento al momento inimmaginabile: un chiarimento diretto tra Renzi e Marino. Attualmente tutti i canali tra Campidoglio e palazzo Chigi sono ostruiti e non si parlano più neppure Marino e Orfini, il commissario del Pd. Eppure il sindaco ha fatto sapere per vie informali di essere pronto a confermare le dimissioni nel caso in cui il presidente del Consiglio riconoscesse in modo chiaro i risultati conseguiti in due anni dall’amministrazione capitolina. Ma Renzi non ne vuol sapere. E non soltanto perché apparire uno che fa marcia indietro è contrario alla sua «deontologia». Ma Renzi non si fida più di Marino, personaggio che ha già dimostrato diverse volte di essere imprevedibile.
Tanto più che domani mattina è in programma un evento che potrebbe cambiare questa vicenda: i sostenitori di Marino si sono dati appuntamento a piazza del Campidoglio e la mobilitazione, nata spontaneamente, sta raccogliendo una quantità inattesa di adesioni. Una manifestazione della quale si misurerà la quantità, ma anche la qualità: quanti militanti ed elettori del Pd ci saranno? Di sicuro in piazza ci sarà anche lui, Ignazio Marino.