giovedì 22 ottobre 2015

La Stampa 22.10.15
La magnifica ossessione di un darwinista sconsolato
di Massimiliano Panarari


Capita che alcuni scrittori abbiano delle (più o meno) «magnifiche ossessioni». Che ci girino intorno e ci si arrovellino, facendone un fondamento del proprio immaginario. Così avvenne anche per il grande Mark Twain (1835-1910), il fondatore secondo alcuni della narrativa statunitense moderna e uno dei maggiori scrittori umoristici di sempre in virtù del suo inconfondibile sguardo ironico sulle persone e le cose. A esercitare una fascinazione magnetica su di lui furono Adamo ed Eva, ai quali dedicò nel corso della vita vari testi, una buona parte dei quali vengono ora raccolti da Piano B edizioni nell’antologia Sui fondatori della razza umana. Da Adamo ed Eva al Diluvio universale (pp. 220, € 15).
Nel volume compaiono i Diari di Adamo ed Eva (usciti tra il 1904 e il 1905, quando il narratore era ancora in vita), un centrifugato «spietatamente» divertito di tutti gli stereotipi possibili sulle differenze tra maschile e femminile (e chi meglio del primo uomo e della prima donna avrebbe potuto compendiarli...) che, a occhio e croce, susciterebbe qualche reprimenda da parte degli attuali alfieri del politicamente (troppo) corretto, così come, all’epoca, fece scandalo tra i credenti. Ma gli «scritti adamitici» di Twain apparvero soprattutto dopo la sua scomparsa, come il racconto inedito che qui anticipiamo, Il soliloquio di Adamo, pubblicato negli Usa nel ’23, nel quale l’antenato per antonomasia si ritrova scaraventato nella New York di inizio Novecento, a spasso tra il Museo di Scienze naturali (dove contempla i fossili dei dinosauri e si rammenta delle discussioni con Noè sui «difetti strutturali» dell’Arca) e Central Park.
Il mito fondativo dei progenitori del genere umano, dissezionato in lungo e in largo per via satirica, rimandava alla severa educazione religiosa giovanile dello scrittore. Un presbiterianesimo integralista che abbandonò prima per una sorta di deismo, e poi, a fine Anni Ottanta dell’Ottocento, per uno scetticismo assoluto, e a cui contribuì in maniera decisiva la lettura dell’Origine delle specie e il coevo dibattito sul naturalismo scientifico e l’evoluzionismo. Ma della «premiata coppia» Adamo ed Eva il Twain diventato un disincantato e sconsolato darwinista aveva evidentemente nostalgia.